E’ un’estate tutt’altro che priva di arrabbiature per Fabrizio Corona e per il suo avvocato, Ivano Chiesa, intervenuto nelle passate ore per aggiornare sulle nuove ingiustizie registrate nei confronti dell’ex re dei paparazzi. Dopo aver ricevuto proprio nel giorno di Ferragosto la notifica di conclusione indagini per un fatto che vide coinvolto Corona nei mesi scorsi, questa volta deve fare i conti con un mancato ‘risarcimento’ che gli spettava per legge.
A spiegare nel dettaglio il motivo della nuova arrabbiatura è stato proprio l’avvocato Chiesa che attraverso un video postato sul suo profilo Instagram ha commentato: “Nel nostro ordinamento esiste una norma che dice che se le condizioni detentive sono inumane perché non rispondono dei requisiti richiesti dall’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il detenuto ha diritto a un risarcimento che consta di un giorno di pena in meno ogni 10 scontati in quelle condizioni”.
Fabrizio Corona, la rabbia dopo lo sconto di pena di soli 3 giorni
Il difensore di Fabrizio Corona ha quindi spiegato quali sono nello specifico le condizioni tali da essere considerate “inumane”, ovvero – tra le altre – anche solo la mancanza di uno spazio vitale di 3 metri quadri (ovvero un metro e mezzo per due). “Fabrizio ha chiesto che gli venisse riconosciuto lo sconto di pena per tutto il periodo di carcerazione che ha fatto prima a Busto Arstizio poi a Opera”, ha proseguito l’avvocato Chiesa spiegando come si farebbe riferimento a diversi mesi, anzi anni.
“Sapete quanti giorni gli hanno tolto?”, ha domandato nel video l’avvocato Chiesa, “tre!”, ha svelato evitando di aggiungere ulteriori commenti. Nella didascalia al video lo stesso legale si era limitato a scrivere: “Caspita che sconto!!”. Lo stesso Fabrizio Corona ha ripreso la notizia nelle sue Instagram Stories commentando: “E’ sempre la solita storia… La Cassazione mi dà ragione, devono scontarmi 4 mesi e lo me ne scontano 2, non mesi… giorni! (rettificando poi a 3 dopo le parole del suo avvocato, ndr)“. Quindi ha concluso domandandosi: “Sto scontando la stessa pena due volte… perchè?”.