Lunedì sera attorno alle ore 23, Fabrizio Corona è stato trasferito nel carcere di Monza per l’esecuzione dell’ordinanza con cui il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha di recente revocato la detenzione domiciliare concessa due anni fa per motivi di salute. Dopo esser stato ricoverato per 10 giorni nel reparto psichiatrico del Niguarda di Milano – per le escandescenze e i tentativi di tagliarsi le vene avvenuti nel momento in cui ha ricevuto la decisione dei giudici – l’ex fotografo dei vip non è stato portato nel carcere di Opera dove era stato in un primo momento indirizzato.
Il motivo lo spiega il Corriere della Sera: è stato scelto il penitenziario di Monza perché ha un’apposita sezione con osservazione psichiatrica per i detenuti. Corona ha più volte minacciato in questi giorni di volersi togliere la vita se fosse tornato in carcere e così anche una preoccupatissima mamma Gabriella da settimane ripete di salvaguardare la salute del figlio. All’ex compagno di Belen e marito di Nina Moric è stato revocato il differimento della pena per una serie di violazioni delle prescrizioni (ma anche diverse denunce per diffamazione, ndr) e ha portato avanti uno sciopero della fame in ospedale in questi giorni per protestare contro la decisione dei giudici.
LE CONDIZIONI DI CORONA: PARLA L’AVVOCATO CHIESA
«Fabrizio Corona sta molto male, sono 12 giorni che non mangia, è imbottito di psicofarmaci e si regge a malapena in piedi, mi chiedo dove è finita l’umanità in questo Paese, non riconosco più il mio Paese»: a parlare è il suo storico avvocato Ivano Chiesa, sentito dal Fatto Quotidiano per commentare la decisione dell’ingresso al carcere di Monza da parte del Tribunale. «Sta proseguendo lo sciopero della fame. Non ho mai visto le dimissioni da un ospedale con trasferimento in carcere alle 23, mai visto un trasferimento in carcere notturno in 35 anni di carriera, se l’hanno fatto per problemi mediatici o di clamore sono ancora più sconcertato», sottolinea ancora il legale di Fabrizio Corona.
Per Chiesa e Antonella Calcaterra, gli avvocati dell’ex paparazzo, il provvedimento dei giudici ha disatteso le relazioni degli esperti «nelle quali si diceva che Corona avrebbe dovuto proseguire il percorso di cure fuori dal carcere». È stato fatto ricorso in Cassazione e si attende la sentenza, mentre nel frattempo è stata chiesta anche la sospensione del provvedimento di carcerazione.