Grande rappresentante di una Genova che non c’è più da tempo, Fabrizio De André, oggi protagonista a Techetechetè, è nato nel quartiere di Pegli il 18 febbraio 1940, vivendo un’infanzia segnata dalle difficoltà della guerra e dalle vicissitudini del periodo immediatamente successivo. Dotato di un carattere trasgressivo e ribelle, ha acquisito una formazione musicale grazie alla cosiddetta scuola genovese dei cantautori, che tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta annoverava nomi come Gino Paoli, Luigi Tenco e Umberto Bindi; la crescita umana e caratteriale è stata invece costruita intorno alla grande amicizia con Paolo Villaggio, altro famoso esempio di creatività artistica genovese, che in gioventù cercava con De André lavoretti saltuari per guadagnare qualcosa cercando di sfondare nel mondo dello spettacolo. Le canzoni di De André hanno narrato la Genova che il cantautore ha conosciuto da bambino e da adolescente, dalle prostitute di via Pré all’impegno politico e studentesco, con brani per nulla commerciali e quasi mai trasmessi da radio e televisione, fino al successo della “Canzone di Marinella” del 1964. Ispirandosi spesso alla corrente di pensiero esistenzialista ed alla poesia americana trasposta in musica, De André è sempre stato considerato un cantautore di nicchia pur raggiungendo un’ampia notorietà a livello nazionale e un buon successo di vendite con i suoi album più famosi, come “Tutti morimmo a stento” o “Non al denaro, non all’amore né al cielo”, ispirato all’antologia di Spoon River del poeta americano Edgar Lee Masters.



Fabrizio De Andrè: idee politiche anarchiche e…

A causa delle sue idee politiche Fabrizio De Andrè, oggi tra i protagonisti di Techetechetè, rivolte all’anarchia non è mai stato benvisto dai massmedia, e se a ciò si aggiunge una buona dose di naturale ritrosia e di riservatezza si può capire per quale motivo Fabrizio De André non sia mai stato un personaggio televisivo propriamente detto, e le sue interviste siano piuttosto rare. Un grande successo di pubblico ha invece avuto nel 1978 la collaborazione con la Premiata Forneria Marconi, già divenuta solo PFM, che ha originato un tour nazionale e due album live nei quali le più famose canzoni di Faber (soprannome dato a De André dall’amico Paolo Villaggio) sono state riarrangiate in chiave più moderna; ecco quindi rinascere brani come “Bocca di Rosa”, “Amico fragile”, “Il pescatore” e naturalmente “La canzone di Marinella”. Questa collaborazione si riallaccia alla precedente esperienza del 1969, quando nell’album “La buona novella” al cantautore genovese era affiancato un gruppo musicale poco conosciuto, i Quelli, composto dagli artisti che due anni dopo avrebbero dato vita – insieme a Mauro pagani – alla Premiata Forneria Marconi. L’esperienza più dura nella vita del cantautore è avvenuta l’anno successivo, quando l’anonima sequestri sarda rapisce De André e la moglie Dori Ghezzi dalla loro tenuta vicino a Tempio Pausania e li tiene prigionieri per circa quattro mesi, liberandoli dopo il pagamento di un cospicuo riscatto. Nonostante questa terribile parentesi, l’artista continua a comporre canzoni e ad amare la Sardegna, pubblicando nuovi album di grande successo come “Crêuza de mä”, interamente in lingua genovese, e “Le nuvole”, oltre ad importanti collaborazioni con altri artisti più o meno famosi. La morte del cantautore, avvenuta per un tumore polmonare nel 1999 a soli 59 anni, ha probabilmente impedito la nascita di altri capolavori musicali che De André avrebbe ancora potuto creare.



Fabrizio De Andrè, video “Il Pescatore”

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