Le critiche web
Sono stati numerosi i momenti che hanno caratterizzato ieri sera Una storia da cantare dedicata al grande Fabrizio De Andrè. Nel corso della trasmissione il pubblico da casa era stato chiamato ad eleggere via social il brano preferito tra l’ampio repertorio di Fabrizio De Andrè, ed alla fine a guadagnarsi il titolo di canzone più amata è stata proprio La canzone di Marinella. Il pubblico di telespettatori ha dimostrato di aver apprezzato molto il programma condotto da Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero, visto da oltre 4,1 milioni di spettatori, con share del 21.1%, agguantandosi il pubblico “alto” del sabato sera. Tuttavia non sono mancate le critiche via social da parte di coloro che non hanno gradito molto il modo di raccontare la grande poesia di Faber, a partire dalla gaffe di Ornella Vanoni e passando per la presenza del gobbo elettronico. “Ieri sera con quella cialtronata su #Rai1 spacciata per omaggio, #FabrizioDeAndré lo hanno fatto morire di nuovo”, commenta qualcuno su Twitter. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Cristiano De André attacca la Rai
Fuori dagli schemi come il padre, non particolarmente amante della “diplomazia” Cristiano De André non ha nascosto una certa critica contro il programma Rai “Una storia da cantare” che ieri in prima serata ha portato l’omaggio a Fabrizio De André. Non si è visto il figlio, cantautore e musicista anch’egli, sul palco dell’Auditorium Rai e il motivo lo ha raccontato sui social questa mattina: «Mi avevano invitato ieri sera a partecipare allo speciale che ha mandato in onda Rai 1 su mio padre. Sarei andato volentieri a cantare “La Canzone del Padre“ e sarebbe stato anche un bel momento, perché è una delle canzoni per me, oltre che personali, simbolo del disco e del tour “Storia di un Impiegato” che sto portando in giro con grande successo da circa un anno nei più grandi teatri italiani, ma non hanno voluto». La critica non fa riferimento di nomi, se gli autori o lo stesso Enrico Ruggeri, ma è pungente comunque in modi e contenuti: «Volevano che ne facessi un’altra. Tendenzialmente mi va sempre meno di sentirmi dire cosa devo fare o cosa è meglio che faccia, poi non so per cosa o per chi… Cosi ho preferito seguirlo da casa». Non manca il ringraziamento per gli artisti intervenuti, tutti grandi amanti e amici al tempo di Faber, ma Cristiano non si lascia sfuggire l’occasione per un’ultima frecciatina «Saluto comunque e ringrazio tutti gli artisti che hanno partecipato e mando un salutino con la manina anche a Rai 1, con Settecentesco inchino». (agg. di Niccolò Magnani)
Fabrizio De Andrè, l’omaggio al grande cantautore italiano con quale imprevisto…
All’Auditorium di Napoli è andato in scena un evento di contrasti ed emozioni forti, con il ricordo di Fabrizio De Andrè sempre forte e nitido. Dori Ghezzi è il fiore all’occhiello del viaggio musicale e culturale intrapreso da Enrico Ruggeri, Bianca Guecceri e tutti i loro ospiti di Una Storia da Cantare. La puntata si apre con gli omaggi di Massimo Ranieri e di Lino Guanciale, spicca il volo con una Loredana Bertè scatenata, emozionata e visibilmente coinvolta. Un coinvolgimento autentico, come quello di Dori Ghezzi che alla fine non nasconde gli occhi lucidi di fronte ad ‘Una Storia Sbagliata’ reinterpretata da Loredana. E’ stata una delle esibizioni più bella quella della Bertè, ma anche una delle più appassionate. Davvero da vedere e rivedere ancora. Lo stesso dicasi, per motivi differenti, della partecipazione di Ornella Vanoni…
Una Storia da Cantare, la Vanoni sbaglia un testo di De Andrè
Ornella Vanoni cade su Bocca di Rosa, dimenticandosi diverse strofe per colpa di una luce a suo dire troppo forte. Se non fosse la Vanoni forse molti non avrebbero perdonato le sue dimenticanze. Ma in fondo in una serata di festa e di spensieratezza la sua gaffe può ritenersi pure divertente. “Non si vede un ca**o. E’ assurda questa luce”, ha ripetuto a più riprese durante l’esibizione. Il siparietto è diventato cliccatissimo sul web, con una Vanoni comunque ironica e spumeggiante. La calma torna a regnare in studio con la partecipazione delicata di Paola Turci, che racconta il suo Faber con sincera ammirazione. L’omaggio, rigorosamente recitato, ha la voce di Elena Sofia Ricci, innamorata della musica del cantautore genovese fin da bambina.
Il monologo di Morgan su Fabrizio De Andrè
L’abbraccio tra Morgan e Dori Ghezzi nella prima parte di Una Storia da Cantare aveva già acceso gli umori del pubblico, che alla fine ha scelto La Canzone di Marinella (quella interpretata dalla coppia, ndr) come la più bella della serata. Il jolly Morgan se lo gioca con un monologo straordinario a metà puntata, sulla scia delle emozioni del brano Un Giudice: «Qui il protagonista si trova adulto senza essere cresciuto. Lui nasce e non cresce. Lo prendono in giro. De André aggiunge un sacco di scena. Le strofe di De André non sono uguali all’originale. Un linguaggio bello, aulico e dantesco. Lui fa epica. Perché sapete, De André parla dei sentimenti della gente, descrive la gente per la gente, non parla dei suoi mali. È un grande poeta. Fabrizio De André insegna il perdono, non giudica il giudice, lui lo affida a Dio. L’unico che può giudicare gli uomini». Un doppio capolavoro, quello di Faber, quello di Morgan.