Fabrizio Gifuni, chi è, carriera e vita privata

Fabrizio Gifuni è un attore e regista italiano. Nato a Roma, ha da sempre mostrato una spiccata passione per la recitazione e in particolar modo per il teatro, al quale ha dedicato tutta la sua vita. Gifuni si è infatti diplomato presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, senza rinunciare a parecchi anni di gavetta sul palco e dietro le quinte, prima di approdare anche sul grande schermo oltre che in tv. I suoi primi lavoretti risalgono al 1993, ma ci sono voluti anni di sforzi e sacrifici affinché arrivassero i primi importanti ruoli da protagonista. Sarà proprio Gifuni a meritarsi anche un David di Donatello come miglior attore non protagonista nel film Il capitale umano.



Dal 2000 è sposato con la sua storica compagna, la collega attrice Sonia Bergamasco, e dalla loro unione sono nate due splendide figlie, Valeria e Maria. Dopo il matrimonio si sono tenuti ben lontani dal gossip. Nessun pettegolezzo o voce di crisi ha mai rovinato la loro serenità. Nella sua carriera ci sono anche tanti altri lavori di successo, tra i quali il film La meglio gioventù e la serie De Gasperi, l’uomo della speranza. Ed è proprio in questi due progetti che Fabrizio e Sonia si sono conosciuti.



Fabrizio Gifuni interpreta Aldo Moro in Esterno Notte

Fabrizio Gifuni ha vestito i panni di Aldo Moro nella serie Esterno Notte di Marco Bellocchio. In un’intervista al Settimanale Oggi, Gifuni ha rivelato: “Non c’è alcun dubbio che Moro potesse essere salvato. C’è stata una volontà politica che ha prevalso, una confluenza di interessi nazionali e internazionali che hanno portato di fatto a scegliere l’opzione “Moro morto”. In conferenza stampa a Fabrizio Gifuni è stato chiesto qual è il ricordo personale di quegli anni. Lui ha risposto: “Ero in prima media e ricordo le tensioni. C’erano molti scontri, le città venivano messe a ferro e fuoco. Il ricordo più forte, per me, è il clima di allarme che si viveva in quegli anni”.



Per prepararsi a questo ruolo, Fabrizio Gifuni ha scavato nel profondo documentandosi: “Ho letto i discorsi di Moro, visto le interpretazioni di Herlitzka e di Gian Maria Volonté: noi abbiamo cercato una chiave che si concentra sugli stati d’animo che si agitano in ciascun personaggio. Come se la politica non potesse essere slegata dalla vicenda umana”. Di Aldo Moro, l’attore ha portato sullo schermo l’anima tormentata: “C’è la rabbia, la fede, l’offesa, il risentimento, si sente vittima di un tradimento, e c’è un sentimento di solitudine fortissima. È uno dei fantasmi della nostra storia, corpi a cui non è stata data degna sepoltura, e chiedono che la storia sia raccontata di nuovo”.