Dopo aver scontato la sua pena in carcere e conclusa anche l’esperienza di affidamento ai servizi sociali, l’ex calciatore a lungo tra le file del Palermo e della Juve Fabrizio Miccoli si è raccontato sulle pagine del Corriere, ricordando l’errore commesso che gli è costato l’intera carriera e – soprattutto – l’incontro con Maria Falcone che gli ha permesso di lasciarsi veramente l’intera parentesi carceraria alle spalle: un lungo racconto – quello di Fabrizio Miccoli – che dal passato e dal presente si estende anche al futuro, in cui sogna di poter prima o poi tornare a “far parte dei professionisti“, promettendo – comunque – che “continuerò a portare le colazioni ai clienti dei B&B” che ha aperto assieme all’amata moglie Flaviana.



Soffermandosi un attimo sul suo presente, Fabrizio Miccoli racconta che oggi è impegnato con i ragazzi e giovani talenti della “scuola calcio a San Donato di Lecce“, confessando anche di essere marginalmente interessato alla carriera di allenatore – che fino ad ora si è concretizzata con una singola esperienza “con la Dinamo Tirana” – poco prima di sottolineare che “per farlo devi stare sul pezzo 24 ore al giorno, devi stare concentrato e mollare tutto il resto” mentre lui ha conservato quell’animo ribelle che aveva anche durante la carriera calcistica. 



Fabrizio Miccoli: “Maria Falcone mi ha ascoltato, capito e perdonato”

Tornando sulla difficile parentesi in carcere, Fabrizio Miccoli ci tiene a mettere immediatamente in chiaro che “ho messo un punto, una pietra su quello che ho vissuto” nel costante tentativo di “cercare di riprendermi la mia vita, (..) di non pensarci più e di allontanare il ricordo che comunque riaffiora”: quei mesi trascorsi ‘dietro alle sbarre’ sono stati “difficilissimi” ma sempre affrontati con grande “determinazione”, seppur “il mondo mi era già crollato addosso” e aveva ormai perso buona parte delle tantissime amicizie coltivate ai vertici della Serie A.



Ragionando su quanto accaduto, oggi Fabrizio Miccoli sostiene di aver commesso un solo – certamente fondamentale – errore: “Dire sempre di sì a tutti. Sono stato molto ingenuo – ricorda -, troppo disponibile” aprendo sempre a comunque la porta a “tutti quelli che bussavano perché avevano bisogno di aiuto”, ma rivendicando anche che oggi “ho pagato, ho chiesto scusa e ho messo un punto definitivo incontrando Maria Falcone” che gli ha permesso di “ritrovare la pace interiore”.

Con la sorella del magistrato ucciso dalla mafia – che Fabrizio Miccoli definì “un fango” in una conversazione telefonica intercettata con Mauro Lauricella – ricorda di averle semplicemente spiegato “ancora una volta il significato di quelle parole, dirle quanto mi fossi pentito” trovandosi davanti una persona che “ha compreso il mio dolore” e con la quale anticipa che presto “faremo anche iniziative di solidarietà insieme per Palermo”.