Anche Fabrizio Moro si esibirà in occasione del Concerto del Primo Maggio 2021 sul palco della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il cantante romano, che ha da poco compiuto 46 anni, ha all’attivo nove dischi, il primo – che porta il suo nome – è stato pubblicato nel 2000. Moro si è fatto conoscere al grande pubblico nel 2007 con la vittoria della 57ª edizione del Festival di Sanremo nella categoria Giovani con il brano “Pensa”, dedicato alle vittime della mafia, che si è aggiudicato anche il Premio Mia Martini della Critica.



Il cantante si era già presentato a Sanremo nel 2000, nella sezione Nuove Proposte, con la canzone “Un giorno senza fine”, classificandosi solo tredicesimo. Fabrizio Moro è tornato a Sanremo nel 2008 con “Eppure mi hai cambiato la vita“, nel 2010 con “Non è una canzone” e nel 2017 con “Portami via”. Nel 2018 Fabrizio Moro ed Ermal Meta hanno vinto il Festival di Sanremo con il brano “Non mi avete fatto niente”.



Fabrizio Moro difende le borgate romane

Negli ultimi anni, Fabrizio Moro ha suonato allo Stadio Olimpico della sua Roma, il 16 giugno del 2018, e al Mediolanum Forum di Assago, il 26 ottobre 2019. In questo ultimo periodo Fabrizio Moro ha scritto e diretto un film insieme al collega Alessio De Leonardis dal titolo “Ghiaccio”, una storia di due pugili. Recentemente Fabrizio Moro ha commentato il servizio di Vittorio Brumotti a Quarticciolo, borgata romana.

L’inviato di Striscia la notizia è stato aggredito ed è stato costretto a scappare con la sua troupe. Fabrizio Morto ha commentato l’accaduto sulla sua pagina Facebook, ricordando che il suo film “Ghiaccio” è stato realizzato proprio a Quarticciolo. “Nessuno, ci ha mai aggrediti. Nessuno si è mai permesso di chiederci il “pizzo” per farci girare un film nel quartiere. Nessuno ci ha mai minacciati. Nessuno ha mai avuto reazioni rabbiose o violente contro di noi”, ha detto il cantautore, ricordando di essere nato in borgata. E ha concluso: “Io conosco la mia di storia e vi dico che, mentre Brumotti è stato gonfiato, a noi ogni pomeriggio i ragazzi delle case popolari ci portavano il caffè e le torte fatte in casa… Nelle borgate, oltre al disagio, c’è anche tanta bellezza ma, per vederla bisogna saperci camminare”.