Fabrizio Moro, in una intervista al Corriere della Sera, ha ammesso di aver vissuto dei momenti difficili in passato. L’alcol e la droga gli hanno infatti creato dei problemi, al punto da entrare in depressione. “Non ne vado fiero, ma non mi vergogno a parlarne, l’importante nella vita non è tanto cadere quanto rialzarsi. Ho avuto periodi di fragilità e continuo ad averne, è giusto che ci siano”, ha premesso.



La forza di rialzarsi è arrivata dalla famiglia. “Ne sono uscito quando è nato il mio primo figlio: la paternità ha innescato il mio senso di rivalsa, in quel momento credo di essere diventato più coraggioso”, ha raccontato il cantautore. Anche la musica è stata importante, ma non il successo. “Ci sono momenti in cui non riesco a fare scopa con la popolarità, mi mette a disagio. Uso poco i social, vado di rado in tv, mi sforzo per fare la promozione. Il sistema che gira intorno al successo mi fa soffrire, non lo vivo con tranquillità. Ma ero così anche da ragazzo: tra la discoteca piena di gente e la birra con un amico a chiacchierare, sceglievo sempre la seconda”.



Fabrizio Moro: “Mio figlio mi ha salvato da depressione e dipendenze”, il rapporto con la scuola

Fabrizio Moro ha rivelato anche di avere un rimpianto, ovvero non avere portato a termine gli studi. “Mi sono ritirato al quarto anno, pensi che scemo. Studiavo cinematografia. Fu un anno drammatico, in una classe di ripetenti, ho litigato con il prof, ho fatto casini. La verità è che non sopporto le regole: in un perimetro accademico divento pazzo. Prima di ritirarmi definitivamente dalla scuola mandai a quel paese quel prof che mi aveva reso l’anno impossibile. Ancora oggi non me ne pento”, ha ricordato.



È forse proprio per questo motivo che, se non avesse fatto il cantautore, si sarebbe lanciato nel settore dell’educazione. “Avrei fatto il professore, mi piace stare a contatto con i ragazzi, cercare di rendermi utile”, ha concluso.