Fabrizio Moro, in vista dell’inizio del Festival di Sanremo (a cui prenderà parte in occasione della serata dei duetti con il rapper Il Tre), ha parlato al Corriere della Sera della sua vittoria in coppia con Ermal Meta nel 2018 con Non mi avete fatto niente, brano che ha come tema principale il terrorismo. “Il ricordo più bello è proprio nei confronti di Ermal, lui aveva un po’ di paura su quel progetto, veniva da un momento molto fortunato, io gli proposi l’idea della canzone insieme e sentivo una grande responsabilità nei suoi confronti perché ho insistito tanto”, ha ricordato.



I due cantautori, dopo la prima esibizione, furono accusati dai media di plagio per le similitudini con il brano Silenzio, eseguito alle selezioni di Sanremo Giovani 2016 da Ambra Calvani e Gabriele De Pascali. La commissione della RAI giudicò però che si trattava di un rifacimento con un tema diverso, per cui escluse la possibilità di squalifica. “Lì mi sono sentito morire, pensavo che fosse tutta colpa mia; poi l’ho abbracciato durante la premiazione e gli ho sussurrato all’orecchio: vedi che mi dovevi dare retta”, ha ammesso.



Fabrizio Moro: “Sanremo e presunto plagio, mi sentii morire”. Il rapporto con Ermal Meta

Fabrizio Moro ed Ermal Meta ancora adesso sono molto amici. “Lui è molto più espansivo, io più chiuso, ma abbiamo un trascorso molto simile, quando ci siamo conosciuti ci siamo detti che siamo due sopravvissuti, lui per un verso, io per un altro”, ha raccontato. Non sono mancati tuttavia i litigi, sia al Festival di Sanremo che fuori dalle scene. E ricorda: “Con lui le litigate piottavano proprio. Discutevamo sulle idee di arrangiamento, sul testo: lui ha un caratteraccio e io sono peggio di lui. In questo siamo simili, ora – ha concluso – è una delle persone a cui voglio più bene, in lui ho trovato un fratello”.

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