Fabrizio Moro, è tra i protagonisti dello spettacolo ed evento benefico “Una Nessuna Centomila“, nel cast degli artisti che si sono esibiti all’Arena di Verona a favore dei diritti delle donne, per combattere le disuguaglianze e raccogliere fondi da destinare ai centri antiviolenza. L’artista, che per l’occasione ha cantato il brano “Sono solo parole” insieme a Noemi e Tananai, ha spesso parlato del suo rapporto conflittuale con il passato, tormentato anche per quanto riguarda i rapporti sentimentali, spesso descritti anche nelle sue canzoni. Aveva infatti dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera di essere stato molte volte intrappolato in relazioni tossiche, che avevano contribuito alle difficoltà, nate a partire dall’adolescenza.



Un problema in cui mi sono perso diverse volte, per via di quella ricerca costante di un po’ di adrenalina. Nel nostro immaginario pensiamo di ambire alla pace, alla serenità“, aggiungendo: “mi sono accorto che nelle relazioni andavo sempre alla ricerca di sensazioni forti, quelle che ti danno i rapporti quando iniziano: è come se generassero sostanze che ti fanno sentire vivo e che, al tempo stesso, creano dipendenza“.



Fabrizio Moro, le dipendenze da droga alcol e la depressione: “L’importante nella vita è rialzarsi”

Fabrizio Moro, non ha mai nascosto il suo passato oscuro fatto di problemi con l’alcol e la droga e la continua ricerca di relazioni affettive poco sane dai quali poi è uscito grazie alla musica e alla famiglia. In occasione di Sanremo 2024, aveva ribadito come fosse stata proprio la nascita del figlio a salvarlo dalla depressione e dalle dipendenze, ammettendo di aver passato brutti momenti nei quali aveva anche pensato di non farcela. “Non ne vado fiero, ma non mi vergogno a parlarne, l’importante nella vita non è tanto cadere quanto rialzarsi”. Aveva detto intervistato dal Corriere della Sera.



L’artista è anche impegnato in campo sociale, come ad esempio sui diritti dei padri separati, categoria della quale lui stesso fa parte, come aveva ribadito commentando la regia del film Martedì e Venerdì:Volevamo raccontare quello che succede a tanti papà che, segnati dalle condizioni delle separazioni, in tanti casi finiscono per chiedere aiuto alla Caritas. Non è una guerra tra donne e uomini, ma se è sacrosanto fare di tutto per difendere le prime da qualsiasi violenza, bisogna fare altrettanto con i diritti dei secondi“.