Il pianista mantovano Fabrizio Paterlini ha pubblicato “Lifeblood”, un nuovo album di dodici tracce concepito con la struttura di un Lp. Il progetto è una fotografia del suo universo, esprime sia l’anima più intima del compositore che quella più sperimentale e cinematografica. A Rockol ha spiegato: “Custodisce due essenze separate e distinte, ma che insieme rappresentano il cuore del lavoro. E’ come se ci fossero due lati: il lato A vede il pianoforte accompagnato da altri strumenti, nel lato B invece il pianoforte è da solo. Le parole ‘life’ e ‘blood’ assumono un significato sia insieme che separate, per questo sono perfette per raccontare il disco”.



Leggendo pianista, molte persone che non lo conoscono possono vederci un musicista di musica classica, eppure Paterlini ha un’anima rock che arriva da lontano, da quando ha iniziato a suonare in una band da ragazzo. Oggi questa passione c’è ancora, tant’è che debutterà la prossima settimana con un podcast dedicato al suono di Seattle con rivisitazioni di pezzi iconici dei Nirvana, dei Pearl Jam e dei Soundgarden.



Fabrizio Paterlini: il ritorno al pianoforte dopo il rock

A proposito del rock, Fabrizio Paterlini ha detto a Rockol: “Mi scorre nelle vene. Amo gruppi come i Pink Floyd, Yes, Who, Genesis. Gli anni Settanta, con tutte le loro influenze, sono stati centrali per la mia formazione. Dopo tanta militanza nel mondo rock, nel 2004 sono tornato a Mantova e mi sono riavvicinato al piano, lo strumento che ho sempre studiato sin da piccolissimo”. Ma la mentalità da rockettaro non va via, e il compositore ce l’ha ancora nella sua indipendenza e nella voglia di andare avanti con grinta e con le proprie energie. A conferma, nel 2016, ha fondato la sua etichetta Memory Recordings, con la quale promuove talenti emergenti e rimane artisticamente indipendente.



Lo scorso anno, invece, è successo che Fabrizio Paterlini si è ritrovato all’improvviso sui siti di tutto il mondo. Questo perché il noto attore Chris Evans aveva condiviso sui suoi social un video in cui si esercitava a suonare al pianoforte sulle note di “Rue des Trois Frères”, una composizione del nostro musicista mantovano. L’interprete di Capitan American ha detto inoltre che si tratta di uno dei suoi brani preferiti. E allora Paterlini ha rivelato: “E’ stato un momento pazzesco, non cercato ma capitato. Un segno, un piccolo grande riconoscimento di tanti sacrifici. La dimensione internazionale per me è fondamentale e non vedo l’ora di tornare a suonare in giro per il mondo”.