Fabrizio Paterlini ha dato vita a”Beyond the Piano“, il podcast che il pianista ha deciso di dedicare al suono di Seattle. Dopo la prima puntata intitolata “L’universalità dei Pearl Jam”, è arrivato il secondo appuntamento “Tutte scuse (amo i Nirvana)“. Disponibile su Apple Podcasts, Spotify, Deezer e Amazon Music, parla della band statunitense insieme a Gianni Sibilla di Rockol e ripropone una versione per piano solo del pezzo “All Apologies“.



Di questa canzone scritta da Kurt Cobain, Fabrizio Paterlini ha detto che “se non è la più bella, è una delle più belle”. Venne composta nel 1990 proprio a Seattle, città che ha visto i Nirvana tra i protagonisti di un suono che il pianista ha deciso di mettere al centro del suo progetto di podcast. Il pianoforte difatti parla diverse lingue, dal classico al pop, fino al metal e al grunge, e Paterlini, che ha il rock nelle vene e un rapporto viscerale con la band tanto da citarli spesso musicalmente quando suona dal vivo, ha spiegato: “Il tipo di scrittura che aveva Cobain non era diretto, eppure era in grado di esprimere un significato in maniera assolutamente funzionale”.



Fabrizio Paterlini: “Amo come scriveva Kurt Cobain”

Fabrizio Paterlini e Gianni Sibilla di Rockol, nell’episodio dedicato ai Nirvana, citano inevitabilmente anche altre band parlando di musica rock (come i Guns N’ Roses) perché è, in generale, in quello stile che rimane la grinta e l’approccio al music business del pianista. Gli anni Settanta, poi, sono stati centrali per la sua formazione: “Anche a me piace ridurre all’osso il processo compositivo. Scrivo brani che durano due minuti. Per questo amo come scriveva Kurt Cobain, che riporta in musica quello che vive senza post-produzioni“.



La scelta di suonare al pianoforte il brano All Apologies l’ha spiegata Fabrizio Paterlini, dicendo che “si presta” perché l’arpeggio che fa Cobain sembra quasi un carillon sui tasti. Il front-man dei Nirvana, quando uscì questo brano, disse che la melodia era destinata alla sua famiglia (che riassunse con gli aggettivi “pacifica, felice e confortante“), ma che il testo non aveva nulla a che fare con lei. Reinterpretandolo oggi dopo oltre vent’anni dalla sua pubblicazione, Paterlini lo ha scelto fra tanti e fra le due versioni fatte (la seconda è Unplugged e comprende Lori Goldston al violoncello): “Io mi sono riferito a quella dell’album ‘In Utero‘, prendendo una versione acustica temevo mi condizionasse nel dare la mia genuina reinterpretazione”.