Fabrizio Piscitelli, grosse novità: è stato arrestato l’assassino di Diabolik, il leader degli Irriducibili della Lazio ucciso in un agguato presso il Parco degli Acquedotti il 7 agosto 2019. Come riferito dal quotidiano “La Repubblica”, il nome del killer è Raul Esteban Calderon, che il 20 settembre 2020 avrebbe collaborato con Enrico Bennato (anch’egli finito in manette) nell’assassinio di Shehaj Selavdi. In particolare, le indagini dei carabinieri di Frascati sul delitto di Torvajanica “si sono intrecciate con quelle condotte dalla squadra mobile di Roma, che indagava sulla morte di Diabolik da dopo l’omicidio commesso dal sicario travestito da runner”.
La Procura di Roma e i magistrati che si occupano di Antimafia, hanno riesaminato più volte le immagini di videosorveglianza e le testimonianze e le intercettazioni telefoniche hanno contribuito a ricostruire per intero lo scenario, consentendo di scoprire che “i due delitti sono accomunati non solo dai sicari, ma anche dal contesto. Sarebbero stati commessi a causa del delicato equilibrio che regola non solo le piazze di spaccio della Capitale, ma anche e soprattutto le forniture. Alti livelli, non un semplice controllo di una singola piazza”.
FABRIZIO PISCITELLI, OMICIDIO COMMESSO DA CALDERON: COLLABORÒ ANCHE CON ENRICO BENNATO
Sull’omicidio di Fabrizio Piscitelli, che come dicevamo era conosciuto anche con il soprannome di Diabolik nell’ambito della tifoseria della Lazio, si è inoltre appreso che gli arresti di Calderon e Bennato sono figli di due differenti ordinanze di custodia cautelare in carcere, già convalidate. In un caso si ipotizza l’omicidio volontario, nell’altro il concorso in omicidio volontario, entrambi accomunati dalla contestazione del metodo mafioso.
Peraltro, “La Repubblica” ha inteso ricordare che “Enrico Bennato in realtà era già dietro le sbarre per aver cosparso il portone di casa di una donna con dell’alcol, provando poi ad appiccare il fuoco. Lui è il nipote di Walter Domizi, il gattino che comandava, secondo gli inquirenti, dalle parti di Casalotti”.