Sono ufficialmente saltati anche i funerali privati di Fabrizio Piscitelli – l’ultrà della Lazio ucciso la scorsa settimana in un agguato nel Parco degli Acquedotti a Roma – dopo che già la Questura e il Tar si erano opposti a delle esequie pubbliche per quel “Diabolik” già noto per scontri e reati nel mondo ultras. Erano però previsti per stamattina alle 6 i funerali presso il Cimitero Flaminio, ma la famiglia non si è presentata all’obitorio del Policlinico Tor Vergata per il trasferimento della salma: o meglio, nella notte i familiari dell’ultrà ucciso avevano fatto visita alla camera mortuaria per un breve commiato ma erano poi andati via poco prima dell’arrivo delle Forze dell’Ordine. Le autorità della Capitale temevano scontri o “vendette” dei compagni ultras della Lazio contro i presunti responsabili – ancora ignoti, le indagini sono tutt’ora in corso – e per questo era scattato il piano di sicurezza predisposto dalla Questura fin nella notte appena passata. Uno schieramento di forze dell’ordine è presente con uomini e mezzi al Policlinico Tor Vergata e al cimitero Flaminio ma la famiglia è andata fino in fondo, come da giorni manifestato, con la loro contrarierà alla scelta dei funerali privati e “nascosti”.



LA FIGLIA DI PISCITELLI: “UCCISO DA UN UOMO LIBERO”

«La salma di mio fratello sta all’istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata e anche ieri la questura ci ha assicurato che rimarrà lì nella disponibilità della famiglia. Io sono intenzionata a far valere, con tutti gli strumenti che mette a disposizione la legge, il diritto di mio fratello ad avere un funerale, semplice e composto, in una normale parrocchia», spiega all’Ansa la sorella di Fabrizio, Angela Piscitelli dopo la decisione di non presentarsi al ritiro della salma per i funerali privati. Ancora più dura la figlia di “Diabolik”, Ginevra Piscitelli, che su Facebook attacca «Con tutte le cautele atte ad assicurare la tutela dell’ordine pubbliche e della sicurezza dei cittadini, la questura continua a non saper dare una spiegazione del motivo per cui abbiano deciso di prendere un provvedimento così estremo, applicato solo in particolarissimi casi. Ribadisco che mio padre è stato ucciso da uomo libero. A distanza di sei giorni dall’omicidio di mio padre, non mi è stato ancora permesso di vederlo, mi stanno negando di celebrare un funerale normale e non mi è stata data ancora una spiegazione. La legge è uguale per tutti?».

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