Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Adnkronos Salute, sottolineando che lui e gli altri suoi colleghi temono nel prossimo autunno il palesarsi di un colpo di coda del virus, facilitato dalla riapertura delle scuole, dalle condizioni meteorologiche e dalla ripresa dell’attività lavorativa post vacanze. Non solo: anche il ritorno del pubblico negli stadi ha contribuito e contribuirà a fare la sua parte: “Il campionato europeo di calcio e la finale in particolare, hanno determinato un incremento nel numero di casi, questo era ovvio e prevedibile – ha asserito –. Per questo è importante porre massima attenzione alla ripartenza del campionato di calcio italiano, per il quale credo si debba essere progressivi nell’apertura al pubblico negli stadi e valutare quale sia l’andamento epidemiologico via via che si evidenzierà in Italia”.
Del resto, con gli atteggiamenti tipici da stadio, legato ai comportamenti che si hanno durante la partita, in cui si fa il tifo, si ride, si gioisce per la propria squadra e si sta a stretto contatto, ma anche per tutto quello che sta intorno, dal viaggio dei tifosi in pullman sino alla loro permanenza con affollamenti nei pub, una risalita dei contagi non può che essere inevitabile. Ecco perché occorre valutare “con grande attenzione le modalità di ripartenza del campionato di calcio italiano”.
FABRIZIO PREGLIASCO: “VACCINO UNICA VIA DI USCITA”
Pregliasco ha parlato anche sulle colonne de “Il Fatto Quotidiano” in edicola oggi, domenica 22 agosto 2021, osservando che, per via delle caratteristiche proprie del virus SARS-CoV-2, l’immunità di gregge non potrà mai essere raggiunta e ribadendo che, in ogni caso, il vaccino è evidentemente l’unica via di uscita da questa pandemia. A proposito: le pandemie, secondo l’esperto, potrebbero essere sempre più frequenti, in quanto legate spesso anche a un aspetto di carattere prevalentemente ecologico, un discorso purtroppo attuale.
La politica, tuttavia, non ha sulla coscienza grandi colpe: “Mancando un manuale, mancando criteri oggettivi di azione e senza un vero coordinamento europeo, direi che tra tentativi ed errori non abbiamo fatto male. Questo vale anche per la mia Lombardia, bistrattata un po’ oltre il dovuto”.