In questo momento un lockdown a Milano non è nell’ordine delle cose: così Fabrizio Pregliasco dopo le dichiarazioni rilasciate ieri. Intervenuto oggi – 15 ottobre – ai microfoni di Sky Tg 24, il virologo ha spiegato: «In questo momento non ci sono le condizioni per un lockdown di Milano. Quando ho fatto questa ipotesi, ho voluto immaginare degli scenari che possono essere anche pesanti». Fabrizio Pregliasco ha messo in risalto che la città ha una densità di popolazione molto elevata con contesti abitativi molto di vicinanza, nonché tantissime attività lavorative ed una metropolitana che è sotto il livello necessario – «andrebbe aumentata» – ma al momento non c’è il rischio di una chiusura: «C’è una situazione a rischio, ma ad oggi sotto controllo. Rimango ottimista, ma prepariamoci comunque a scenari che potrebbero essere negativi». (Aggiornamento di MB)
FABRIZIO PREGLIASCO: “RISCHIO LOCKDOWN PRIMA DI NATALE
Non è possibile escludere una chiusura di Milano, anzi: ad affermarlo è il virologo Fabrizio Pregliasco. Intervenuto ai microfoni di Radio Popolare, il Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano ha spiegato che «un lockdown potrebbe essere possibile», è uno scenario da immaginare: «Lo ha fatto Boris Johnson in Inghilterra per le principali città, ma anche la Francia lo sta immaginando. Purtroppo non vedo perché noi dovremmo essere esentati». Pregliasco ha spiegato che una chiusura va immaginata e pianificata, cautelandosi con interventi minori. Il virologo è chiaro: per valutare se è necessario adottare provvedimenti più restrittivi per Milano – città e provincia più colpita della Lombardia – bisogna aspettare e vedere l’evoluzione dei prossimi giorni e del prossimo weekend: da lì bisognerà decidere il da farsi.
FABRIZIO PREGLIASCO: “POSSIAMO CONVIVERE CON LA PRESENZA DEL VIRUS”
Fabrizio Pregliasco non esclude un lockdown per Milano, così come non lo esclude per il resto del Paese. Il virologo infatti ha commentato così le dichiarazioni di Andrea Crisanti ai microfoni di Rai Radio 2: «Il rischio di un secondo lockdown c’è, ma se prendiamo provvedimenti credo che potremmo convivere con la presenza del virus». Pregliasco ha messo in risalto che è fondamentale scovare più positivi possibile, in particolare i casi asintomatici, e bisogna fare tesoro del «galateo che abbiamo usato nel primo lockdown per scongiurare il secondo». Per Fabrizio Pregliasco il punto di non ritorno è rappresentato dalle terapie intensive sopra il 50-60% dei posti letto, in quel caso «la situazione diventa difficile da gestire e il rischio è di passare da una crescita lineare a una esponenziale»