Fabrizio Pregliasco a Domenica In parla dell’emergenza Coronavirus. A distanza di tre mesi la situazione è ancora poco chiara, anche se il prof universitario e direttore sanitario dell’Irccs di Milano ha precisato: “noi dobbiamo imparare una seconda ondata, ma se siamo in grado di contenere i focolai come ci siamo riusciti, avremo una convivenza con questo virus che sarà uno dei tanti con cui convivere questo inverno. L’epidemia influenzale la subiremo questo inverno”. Poi Pregliasco si lascia andare raccontando come ha vissuto da uomo quei terribili mesi che hanno fatto segnare migliaia di decessi in Lombardia: “è stato veramente impressionante il lavoro in laboratorio, la cosa più dolorosa è stato spostare le bare dei nostri pazienti che ci hanno lasciato perché non avevamo più posto e abbiamo dovuto occupare la nostra Cappella in ospedale. E’ stato un momento pesante, ero devastato, si cominciava in ospedale alle 6.00 fino alle 22/23.00”. Sul finale poi parla anche del possibile ritorno in classe a settembre: “la scuola sarà veramente un elemento di battaglia, a Berlino abbiamo visto che con la riapertura delle scuole c’è stata un lieve rialzo dei casi, è un luogo di tantissimi contagi, lì non sarà facilissimo, ci vorranno norme di buon senso”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Fabrizio Pregliasco: “Il virus c’è, l’attenzione deve essere continua”
Fabrizio Pregliasco ospite di Domenica In di Mara Venier per parlare dell’emergenza Coronavirus. A distanza di quattro mesi dal primo caso di Codogno, la pandemia da Covid-19 non è ancora terminata. Il virologo, docente universitario e direttore sanitario dell’Irccs di Milano in collegamento con la zia Mara precisa: “è importantissimo fare comunicazione tranquilla senza eccessi cercando di raccontare via via quello che si sa. Questo virus ha fregato un pò tutti e la ricerca non ha i tempi televisivi o che i cittadini hanno, cominciamo a conoscere molte cose di questo virus, ma tante sono ancora da capire”. Riguardo al futuro, il prof Pregliasco precisa: “io sono un ottimista, ma prudente nel senso che l’onda si sta abbassandosi, oramai siamo a livelli sempre più bassi con Lombardia fanalino di coda, i dati sono sotto controllo”. La situazione è ancora rischiosa, per questo motivo il virologo in collegamento da Domenica In consiglia: “una vigile serenità, non possiamo ritenerci ancora liberi, non è detto che possa esserci una seconda ondata, ma sapere che dei focolai ce li ritroveremo. Il rischio di rientro c’è, l’attenzione deve essere continua, non abbiamo la certezza che il virus si sia abbonito”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Fabrizio Pregliasco: “Virus a trasmissione umana, salmone non c’entra”
A Domenica in, nel consueto spazio dedicato all’informazione sulla fase 3 dell’emergenza coronavirus e sui nuovi dati sulla diffusione del contagio, sarà ospite il prof. Fabrizio Pregliasco, virologo, docente universitario e direttore sanitario dell’Irccs di Milano. Nelle ultime ore, Pregliasco ha rilasciato diverse dichiarazioni ad Adnkronos, invitando gli italiani a non “demonizzare” il salmone come presunta causa del Covid-19: “Ormai Sars-Cov-2 è un virus a trasmissione umana”, interviene il professore, smentendo l’ultima notizia che vorrebbe proprio il salmone – dopo i sospetti sul pangolino – “ospite intermedio” del nuovo virus. “E se il problema in Cina è collegato a un tagliere contaminato, il responsabile non è certo il salmone”.
Fabrizio Pregliasco parla del “caso” salmone
Oltre che sul banco del pesce, in Cina, il salmone è finito sul banco degli imputati, salvo poi venire assolto dalle stesse autorità del Paese asiatico. Ora anche in Italia arriva la conferma: il pesce non c’entra, “è innocente”. Così Fabrizio Pregliasco: “I sospetti sono sorti perché il virus è stato trovato su un tagliere, ma a portarcelo non sono stati i salmoni”. Come ci è arrivato, allora? L’esperto chiarisce anche questo dubbio: basta che un soggetto infetto, magari asintomatico, non abbia rispettato le misure di prevenzione e le regole igieniche, con uno starnuto o un semplice colpo di tosse. Mancano invece i segnali che i salmoni possano infettarsi al pari degli esseri umani.
Fabrizio Pregliasco: “Virus in Italia già a dicembre”
Fabrizio Pregliasco mette in guardia altresì dall’eventualità di ondate di ritorno, facendo riferimento all’ipotesi che Sars-Cov-2 si aggirasse in incognito già a dicembre. “Segnali che il virus circolasse già allora li avevamo già”, fa sapere Pregliasco in un’altra intervista, questa volta alla Stampa. “I primi casi accertati riferivano di aver avuto sintomi dal 26 gennaio”, ricorda. “E un’indagine sierologica sui donatori al Policlinico di Milano aveva trovato tracce di virus nel sangue prelevato a dicembre. Del resto a Milano ogni settimana atterravano 20mila passeggeri provenienti da Wuhan con un volo diretto. Allora non si immaginava circolassero tante persone contagiate senza o con pochissimi sintomi. Per cui, quando i casi gravi sono emersi, è venuto a galla un iceberg al cui urto nessun sistema sanitario avrebbe potuto reggere. Anche se forse tenevamo la guardia un po’ abbassata”. Effettivamente, in quei mesi, si è registrato un aumento del 30% degli accessi ai pronto soccorso per polmonite. Verrebbe da chiedersi perché i tamponi non siano stati effettuati prima, ma per Pregliasco è troppo facile dirlo col senno di poi. “Il virus è stato furbo, si è nascosto dietro una brutta influenza che proprio in quel periodo ha avuto il suo picco, causando tante polmoniti. E poi si pensava che il virus potesse arrivare solo da chi era stato in Cina. Nessuno immaginava fosse tra noi da tanto tempo”.