Era soprannominato ‘penna bianca’ per i suoi iconici capelli bianchi. Fabrizio Ravanelli resta uno degli attaccanti più importanti della Serie A degli anni Novanta. Nato nel 1968, aveva un buon fiuto del gol e tanta voglia di mettersi alla prova. Così l’ex giocatore di Perugia, Reggiana e Juventus ha raggiunto ottimi traguardi nel campionato italiano, guadagnandosi anche un’ottima reputazione in Francia e Inghilterra, con le maglie di Marsiglia e Derby County. “La mia favola è cresciuta grazie alla forza e al sacrificio, grazie alla mia famiglia e a mio padre. Da bambino, dopo una partita in cui non mi ero impegnato, mio padre mi fece scendere dall’auto a 4-5 chilometri da casa per farmi capire che in quello sport l’impegno era fondamentale”, ha raccontato qualche tempo fa durante un incontro al Panathlon Club Macerata.



Calcisticamente cresciuto nel Perugia, è arrivato a indossare la maglia della Juventus nel 1992, infrangendo grandi record, tra cui la prima cinquina in Coppa UEFA contro il CSKA Sofia. Da lì nacque la sua esultanza iconica, con la maglia sopra la testa e la corsa a braccia aperte verso compagni e tifosi. Con la vecchia signora, Fabrizio Ravanelli si è tolto grandi soddisfazioni, collezionando trofei e guadagnandosi la stima di tutti i tifosi.



Fabrizio Ravanelli: “Alla Juventus mi sembrava di vivere una cosa non reale”

“Ho avuto la fortuna di conoscere a 23 anni un ambiente come quello della Juventus, un presidente come Giampiero Boniperti e uno spogliatoio incredibile”, ha raccontato ancora l’ex attaccante, ripercorrendo le tappe più importanti della sua carriera. La Juventus, inevitabilmente, ha segnato una parte importante del suo percorso, di sicuro la più vincente.

“Mi sembrava di vivere una cosa non reale alla Juventus, di vivere una favola. La firma del contratto, gli allenamenti in cui poter dimostrare di essere all’altezza di giocatori del calibro del mio mito Gianluca Vialli. Ho vissuto quei momenti come un’occasione di crescita personale, poi piano piano, allenamento dopo allenamento, ho preso consapevolezza e mi sono conquistato il posto”.