Francesco Facchinetti non è certamente nuovo all’impegno civico, soprattutto nei confronti della città di Milano. Da tempo, infatti, il produttore musicale, figlio del Roby dei Pooh, si batte affinché nel capoluogo lombardo si prendano dei provvedimenti in merito all’emergenza sicurezza, che solamente recentemente si è configurata con l’accoltellamento di sei persone, dopo averle rapinate, da parte di 23enne alla stazione Centrale. E proprio sul tema sicurezza è tornato ad esprimersi Facchinetti, rivolgendosi nelle sue storie Instagram proprio al sindaco di Milano, Beppe Sala, e chiedendogli un confronto faccia a faccia.



Facchinetti contro Sala: “Ammetta che c’è un’emergenza sicurezza”

Insomma, ancora una volta Francesco Facchinetti ci ha messo la faccia, con un video della curata di poco meno di un minuto, registrato su un treno un paio di giorni fa. “Stamattina ho preso un treno alla stazione Centrale di Milano“, ha raccontato il produttore nel video, “stavo andando verso il binario del mio treno e sento una signora piangere, le ho chiesto cosa era successo. E lei mi ha risposto che le avevano appena rubato la borsa. Ore nove e mezza di mattina, stazione Centrale di Milano”.



“Sindaco Sala”, incalza Facchinetti nella sua storia, “la ringrazio per non avermi risposto alle mie storie in cui le chiedevo di prendere una posizione e di dire che a Milano c’è un’emergenza sicurezza. Lei la sera stessa ha dichiarato che non c’è un’emergenza sicurezza, bene… Le voglio bene lo stesso, anche se non mi risponde”. Nel video prosegue rivolgendo un invito al sindaco Beppe Sala: “la invito a vedere al concerto dei Pooh a San Siro il 6 di luglio, è soldout ma per lei e la sua famiglia i biglietti li trovo, così almeno le potrò chiedere vis a vis come mai continua a sostenerlo”. Poco dopo il video di Facchinetti è arrivata anche la risposta del sindaco, che senza rivolgersi direttamente al produttore o alle sue parole, in un video sui social ha detto che a Milano la questione sicurezza esiste, ma sottolineando che secondo lui è troppo presto per parlare un’emergenza. 

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