Faccia da schiaffi è adatto alla sua fascia oraria: sentimenti, situazioni tipiche di quell’Italia alla ricerca di una definitiva stabilità, in quel gioco per la sopravvivenza da parte di chi, ancora non completamente inserito nei meccanismi produttivi, cercava di vivere con ogni mezzo, pur continuando a sperare, sognare, esistere. Il tema dell’orfano poteva essere una base ‘patetica’ nella trama, ma quel cinema puntava ai sogni degli italiani che volevano vincere e vinsero anche attraverso questo cinema, lontano dai David di Donatello o dai Giardini Naxos del cinema, ma vicini al cuore degli italiani.
Info e orario del film
Faccia da schiaffi va in onda su Rete 4 oggi, 20 agosto 2020, con inizio alle ore 16,40. La rete cinematografica del Biscione punta a quel cinema spensierato, eppure specchio della società del benessere di un Italia del boom, che tra problemi ancora irrisolti dovuti al passato post bellico e le nuove tentazioni di un progresso anche economico, ha generato una generazione a cavallo della possibilità di avere successo ma con fatica, sudando. Questo è il succo del film diretto da Armando Crispino, un regista che ha raccontato con un occhio diverso del solito quell’Italia, cineasta che ha raccolto il suo maggior consenso anche nel cinema horror all’italiana, con titoli come ‘L’etrusco uccide ancora’ del 1972, con Enzo Cerusico, quindi quel thriller nostrano che proprio in quegli anni vedeva l’ascesa del fenomeno Dario Argento di ‘L’uccello dalle piume di cristallo’ e ‘Profondo rosso’.
Crispino puntò però anche al genere commedia leggermente sexy e demenziale, come in ‘Frankenstein all’italiana’ del 1975, protagonista un Aldo Maccione che in quegli anni era tra le maggiori figure del cinema comico, pellicola nella quale spunta una piccola principessa del genere sexy, Jenny Tamburi, negli anni affermata come attrice in realtà dotata di ottima scuola, amata nei teatri di tutta la penisola. In ‘Faccia da schiaffi’ il ruolo di Nino, il protagonista, fu affidato a Gianni Morandi: erano i suoi anni, quindi il cinema, le produzioni che cercavano il botteghino, puntavano su quel cinema nel quale il Gianni di Monghidoro era attore (con buoni risultati), intrufolando all’interno della pellicola magari il nuovo 45 giri. La sua filmografia in quegli anni a ridosso tra la fine degli anni ’60 sino alla metà degli anni ’70 è conosciuta e molti dischi di successo sono nati proprio tra le immagini dei suoi film. Al suo fianco la bellissima Laura Belli, attrice cresciuta soprattutto nel cinema poliziesco di quegli anni, la ricorderete i titoli come ‘La polizia sta a guardare’, assieme ad Enrico Maria Salerno, diretta da Umberto Lenzi in ‘Milano odia: la polizia non può sparare’ al fianco di Tomas Milian, in un film particolare, ma di qualità superiore, con la regia di Massimo Franciosa, cioè ‘La stagione dei sensi’, un titolo da riscoprire nelle cineteche.
Faccia da schiaffi, la trama del film
Il piccolo Mario vive in un orfanotrofio: abbandonato da piccolo si sente solo, vuole a tutti i costi il calore di una famiglia, per questo motivo fugge alla ricerca di una ambiente che lo cresca come figlio e non orfano ospite. Incontra quindi Nino, un ragazzo romano che vive campando di ciò che la sua fantasia gli ispira, seducendo ricche turiste, soprattutto straniere, comunque assicurando per lui e Mario un pasto decente ogni giorno. Per l’orfano è già tanto, è una forma di vita diversa dalla precedente, anche se gli manca il calore di una mamma, ma nelle commedie, nel cinema, tutto può succedere ed anche se Mario è geloso della relazione che Nino inizia con la bella Anna, alla fine i sogni divengono realtà.