Facebook citato in giudizio dal Texas per aver utilizzato senza consenso i dati biometrici di milioni di utenti texani. Il procuratore generale Paxton ha citato in giudizio Facebook, ora chiamato Meta, per aver catturato e utilizzato i dati biometrici degli utenti senza ottenere preventivamente il loro consenso informato: questo viola apertamente la legge del Texas. Nel dettaglio, Facebook avrebbe archiviato milioni di identificatori biometrici contenuti in foto o video caricati dagli utenti stessi o da amici e familiari che hanno utilizzato l’app. Ma cosa vuol dire? Cosa sono gli identificatori biometrici?
Il dato biometrico è un dato personale, ma al contrario dei dati come li conosciamo normalmente, quindi i classici nome, coglione, data di nascita, luogo di residenza, genere e così via, quello biometrico è relativo a parametri differenti. Un dato biometrico è infatti relativo alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di un individuo. Mediante questi dati, si giunge all’identificazione univoca di un profilo. Secondo la legge del Texas, i dati che Facebook ha assunto senza consenso sono quelli relativi a “scansione della retina o dell’iride, impronta digitale, impronta vocale o registrazione della geometria della mano o del viso”. Si tratta dunque di quei dati che si possono assumere dai messaggi privati o attraverso microfono e webcam.
Texas cita in giudizio Facebook: azioni contrarie alla legge
Dunque, in Facebook sono stati registrati e archiviati dati che non è possibile ottenere senza il consenso dell’utente in Texas. In questa attività illegale, Facebook ha sfruttato le informazioni personali degli utenti ma non soltanto. Sono state assunte anche informazioni dei non utenti. Il tutto, al fine di ottenere quanti più dati possibile per raccogliere profitti. La società ha catturato ripetutamente identificatori biometrici senza consenso: si parla di un’azione ripetuta miliardi di volte, in violazione del Capture or Use of Biometric Identifier Act del Texas e del Deceptive Trade Practices Act. Tale violazione della privacy ha portato il Texas alla decisione di denunciare l’azienda di Zuckenberg.
“Facebook non trarrà più vantaggio dalle persone e dai loro figli con l’intento di realizzare un profitto a scapito della propria sicurezza e benessere. Questo è un altro esempio delle pratiche commerciali ingannevoli di Big Tech e deve finire. Continuerò a lottare per la privacy e la sicurezza dei texani” ha affermato il procuratore generale Paxton, che ha citato Facebook in giudizio.