Il fatto che da qualche tempo, di certo a partire dal caso Cambridge Analytica, la politica americana abbia aperto un dossier sulla posizione dei cosiddetti Over The Top è cosa nota. La ragione di questa attenzione da parte di democratici e repubblicani è legata a come hanno compreso che tali soggetti non sono semplici aziende, ma qualcosa di più e di diverso. Le loro disponibilità economiche, per quanto paragonabile a quelle di uno Stato, sono nulla rispetto alle informazioni che controllano e gestiscono e quindi posso utilizzare.



L’ultimo capitolo della vicenda si è consumato pochi giorni or sono quando Mark Zuckerberg (Facebook), Jeff Bezos (Amazon), Tim Cook (Apple) e Sundar Pichai (Google) si sono presentati di Fronte al Congresso statunitense per discolparsi da una serie di accuse tra cui quella di pratiche monopolistiche tese a bloccare la competitività sul mercato. L’audizione è stata preceduta da un tweet (guarda un po’) di Trump che spiegava che “Se il Congresso non riesce a portare rispetto  e onestà nelle Big Tech, cosa che avrebbe dovuto fare anni fa, lo farò io per decreto”.



In realtà, i quattro big erano già ampiamente allineati e pur restando sulla difensiva hanno puntato molto su patriottismo, come Bezos che chiariva come soltanto negli Stati Uniti poteva nascere una realtà come Amazon, mentre Zuckerberg dichiarava che Facebook è americana e orgogliosa di esserlo, attaccando anche la Cina che sta creando un suo modello di Internet e tenta perfino di esportarlo. Insomma i “quattro moschettieri del web” si sono schierati dalla parte del re, perché se ancora c’è qualcuno che si può opporre al loro strapotere sono gli Stati nazionali, ovviamente solo quelli molto grandi, un dato che riduce considerevolmente i candidati, anzi ne resta soltanto uno, forse uno e mezzo, ovvero gli Stati Uniti e quel “mezzo” lo riserviamo all’Europa che può sempre fare leva sui suoi 500 milioni di abitanti-consumatori e su una pletora di aziende significative (in altre parole i produttori e i consumatori che vengono intermediati nelle loro relazioni tecnologiche dagli Over the Top).



Si tratta comunque di un nuovo capitolo di una storia che sarà ancora molto lunga. Come ho scritto già in passato, si tratta di uno scontro tra lo Stato, inteso nel senso tradizionale del termine, e delle nuove entità sovrannazionali e delocalizzate, capaci di “sfuggire” alle modalità di controllo tipiche dei governi abituati a concetti come quello di sovranità nazionale. Un principio per Facebook, Google & co che nella migliore delle ipotesi è un’idea curiosa appartenente al passato, nella peggiore un ostacolo da aggirare oggi e forse da rimuovere domani. Il loro slogan potrebbe essere libera impresa in libero mondo. Se arriverà quel giorno dovremo domandarci chi sarà libero e soprattutto cosa intendono costoro per libertà.