Facebook e TikTok, tramite le aziende che li controllano, ovvero Meta e ByteDance, hanno deciso di fare ricorso contro la Commissione UE per il testo nominato Digital Market Act, che mira a rendere più corretto e concorrenziale il mercato digitale. Assieme ai due social delle due Big Tech, sono state incluse nelle aziende da controllare anche i servizi di Google, e più in generale Alphabet, WhatsApp, Instagram, Amazon, Microsoft e Apple.
Quando entrerà in vigore, il Digital Market Act contestato da Facebook e TikTok introdurrà tutta una nuove serie di norme e misure atte a ridurre la concorrenza sleale sui mercati digitali. La Commissione UE ha, infatti, indicato un elenco di 22 servizi delle sei Big Tech (appunto Meta, ByteDance, Alphabet, Microsoft, Amazon e Apple) che sono considerati “gatekeeper”, ovvero in grado di regolare l’accesso o l’esclusione degli utenti e della altre aziende da determinate fette di mercato. Queste dovranno adeguarsi alle nuove norme, rendendo i loro mercati di riferimento più liberi e concorrenziali, senza inficiare la possibilità per gli altri attori ad accedervi, ma Facebook e TikTok hanno deciso di fare ricorso, come effettivamente permesso dalla norma.
Perché Facebook e TikTok contestano il Digital Market Act
Insomma, Facebook e TikTok hanno deciso di fare ricorso contro l’applicazione del Digital Market Act, a differenza di Microsoft e Alphabet che hanno deciso di adeguarsi, mentre Apple ed Amazon stanno ancora valutando come procedere. Nello specifico, il social di ByteDance contesta l’etichetta di “gatekeeper”, sottolineando che in realtà muove proprio nella direzione opposta, sfidando l’egemonia delle Big Tech occidentali, ritenendo che le nuove norme finirebbero per favorire gli altri colossi.
Differentemente da TikTok, invece, Facebook ha accettato l’etichetta di “gatekeeper”, ma ritiene necessario chiedere alla Commissione UE “chiarimenti su specifici punti della legge”. Infatti, tra i servizi di Meta indicati dal testo, sono inclusi anche Messenger e il Marketplace in quanto “servisi gateway”, riconoscendoli tra i prodotti “core” (ovvero principali) dell’azienda di Zuckerberg. Secondo Meta non si tratta affatto di prodotti core e sarebbe “esagerato” affibbiargli questa etichetta, pur sottolineando la piena adesione ed applicazione del Digital Market Act da parte dell’azienda. Non è chiaro se Facebook e TikTok abbiano presentato i loro ricorsi in tempo, dato che il 6 marzo dell’anno prossimo rappresenta la deadline entro la quale le Big Tech dovranno adeguarsi alle norme.