Recentemente il Ministro degli Interni britannico, Suella Braverman, ha lanciato un importante appello a Meta, azienda proprietaria dei social Facebook, Instagram e WhatsApp per chiedere l’implementazione di sistemi di controllo contro la diffusione di materiale pedo pornografico. L’appello è scattato dopo la comunicazione, da parte dell’azienda, di star implementando il sistema di crittografia end-to-end già presente su WhatsApp, anche su Messenger di Facebook e nei Direct di Instagram. All’appello del governo inglese si sono opposti alcuni colossi della tecnologia, tra cui Apple, che hanno chiesto un passo indietro per preservare, in ogni aspetto, la privacy degli utenti.
L’appello Uk a Facebook e Instagram: “Non siano covi per pedofili”
L’appello della ministra rivolto ai vertici di Facebook è stato presentato tramite un articolo pubblicato sul quotidiano Daily Telegraph, in cui sostiene chiaramente che “le piattaforme di Meta non possono diventare un rifugio sicuro per chi abusa di minori“. Infatti, sottolinea che “Meta sta perseguendo la crittografia end-to-end in un modo che impedisce di individuare gli abusi sessuali sui minori. Le aziende di social media hanno un grande potere, che deve essere accompagnato da un senso di responsabilità adeguatamente sviluppato”.
La richiesta che si rivolge a Facebook non è tanto quella di interrompere l’implementazione della crittografia, ma piuttosto di prevedere un sistema firewall che permetta il controllo automatico dei messaggi per individuare materiale pedo pornografico nelle chat private. Secondo diverse associazioni, la polizia inglese e i ministri, infatti, l’implementazione della crittografia impedirebbe l’accesso a circa l’85% delle comunicazioni sospette di abusi sessuali sui minori, attualmente inviate agli investigatori perché le controllino. Secondo il governo inglese, infatti, esistono metodi che Facebook potrebbe utilizzare per garantire sia il controllo delle chat, che la privacy degli utenti, sviluppati anche in collaborazione con lo stesso governo. Meta, tramite un portavoce, ha sottolineato che “non pensiamo che le persone vogliano che noi leggiamo i loro messaggi e per questo abbiamo sviluppato misure di sicurezza che prevengono, individuano e ci permettono di intervenire contro questi odiosi abusi, mantenendo al contempo la privacy e la sicurezza online. Continuiamo ad impegnarci a collaborare con le forze dell’ordine e con gli esperti di sicurezza dei bambini durante l’implementazione della crittografia”.