Frances Haugen, ex data scientist di Facebook, è intervenuta a Bruxelles con l’intento di portare all’attenzione dell’Unione europea intera il problema relativo all’esigenza dell’introduzione di una regolamentazione chiara e precisa per i giganti mondiali. Queste sono state le parole di colei che è già stata ribattezzata universalmente la “talpa” del social di Zuckerberg: “Esiste un reale pericolo di campagne di disinformazione e servono un accesso completo ai dati e anche una commissione di esperti in grado di studiarli. Facebook non può autoregolamentarsi”.
Un appello, il suo, che non è caduto nel vuoto. Come riportano i colleghi di Tgcom 24, infatti, Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno, si è rivolto in questi termini alla whistleblower: “L’Europa è seriamente intenzionata a regolamentare ciò che sembra ancora un far west digitale. La velocità è tutto: abbiamo bisogno che il pacchetto di proposte Ue per regolamentare le Big Tech sia adottato nella prima metà del 2022”. Giova ricordare che recentemente Haugen ha testimoniato davanti al Congresso americano e al parlamento britannico, tacciando Facebook di diffusione dell’odio online e di fare disinformazione, andando alla ricerca di continui contenuti in grado di generare click.
BRETON AD HAUGEN: “FACEBOOK E BIG TECH, L’UE DEVE ESSERE AMBIZIOSA NELLE RISPOSTE”
Nel prosieguo dell’intervento, Breton ha ringraziato Frances Haugen, la talpa di Facebook, per la sua infaticabile dedizione, mentre, riporta ancora Tgcom 24, “l’ong SumOfUs le ha consegnato un elenco di oltre 80mila tra cittadini, attivisti, ricercatori e rappresentanti della società civile che hanno firmato una petizione per sostenere la sua azione”.
Breton ha spiegato: “Abbiamo visto l’impatto che le principali piattaforme possono avere sulle nostre democrazie e società, compreso il benessere dei nostri figli. Con il Digital Services Act (Dsa), ora disponiamo degli strumenti per ritenere le piattaforme responsabili della trasparenza degli algoritmi,
dell’utilizzo dei dati e della mitigazione dei rischi. L’Ue deve restare estremamente ambiziosa nella sua risposta. I maggiori sforzi di lobby a cui abbiamo assistito sono vani: non permetteremo agli interessi aziendali di interferire con il maggiore interesse del popolo europeo”.