Francesco Faggin, fisico e inventore del microprocessore, in una intervista a La Verità, ha parlato delle derive dell’intelligenza artificiale. “L’AI non sarà mai come l’uomo perché non avrà mai la coscienza, ma se noi le daremo il potere di decidere potrà combinare tanti guai, incluso ritorcersi anche contro quelli che le hanno dato questa facoltà”, ha affermato.



Una precisazione, tuttavia, è d’obbligo. Un problema di questo genere non potrebbe verificarsi naturalmente. “Non è la macchina ad avere l’intenzione di nuocere. La macchina non ha intenzionalità, fa ciò che ha imparato dall’uomo. Abbiamo creato una struttura che assorbe la parte trasferibile della nostra conoscenza, è un meccanismo che farà quel che vuole l’uomo. Tutto qui, il resto è marketing. La vera intelligenza è e sarà sempre umana”, ha spiegato. Non c’è da preoccuparsi, dunque, della possibilità che l’AI con il passare del tempo arrivi a superare l’essere umano che lo ha creato.



Faggin: “Intelligenza artificiale non sarà mai come uomo”. Il futuro della scienza

Francesco Faggin, oltre a dire la sua sull’intelligenza artificiale, si è espresso anche sul futuro dell’umanità stessa. “Non è prevedibile ma stiamo arrivando a un punto in cui si sta sporcando tutto e quindi arriverà a un parossismo che la indurrà a cambiare paradigma e riscoprire chi è. Credo che ci sarà un risveglio fra 30-40 anni ma sarà pesante per molti perché tanti non lo vogliono e perché chi ha potere e vive solo nella materialità lo ostacolerà”, ha affermato l’esperto.



Il cambiamento in questione però non sarà obbligatoriamente negativo. “Un giorno ci renderemo conto che la natura dell’umanità è cooperativa, non competitiva. Siamo qui per capirci, per gioire, per amare. Ma la trasformazione dev’essere fatta dalla persona, non può venire da fuori. Il punto è che le persone sono state abituate ad avere la soluzione da fuori. Vai dal medico che ti cura. No, devi curare innanzitutto te stesso”, ha concluso.