Il World Economic Forum a Davos avrà come obiettivo quello di “ricostruire la fiducia” tra Stato e cittadini. Al primo posto nella classifica dei maggiori rischi globali che affronteremo nel 2024 e nel 2025 sono state poste la disinformazione e la disinformazione, dunque le fake news. Al secondo posto troviamo gli eventi meteorologici estremi, al terzo la polarizzazione sociale, al quarto la sicurezza informatica, al quinto i conflitti armati, al sesto la mancanza di opportunità economiche, al settimo l’inflazione, all’ottavo la migrazione involontaria, al nono la crisi economica e al decimo l’inquinamento. 



Nulla, dunque, incute timore come le fake news ai quasi 1.500 esperti globali provenienti dal mondo accademico, economico, governativo e così via, che hanno partecipato al Global risks perception survey del Forum. La disinformazione, dunque, è la minaccia a breve termine più grave e lo sarà anche per il 2025, secondo gli esperti. Secondo il Wef “la crescente preoccupazione per la cattiva informazione e la disinformazione è in gran parte guidata dalla possibilità che l’intelligenza artificiale, nelle mani di ‘malintenzionati’, inondi i sistemi informativi globali con false narrazioni”. La diffusione di fake news potrebbe provocare disordini civili, secondo il World Economic Forum.



World Economic Forum a Davos: 60 tra capi di Stato e di governo

“Ci troviamo di fronte a un mondo frammentato e a crescenti divisioni sociali, che portano a un’incertezza e a un pessimismo pervasivi. Dobbiamo ricostruire la fiducia nel nostro futuro andando oltre la gestione delle crisi, guardando alle cause profonde dei problemi attuali e costruendo insieme un futuro più promettente” ha sottolineato Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum. L’obiettivo è quello di “rivitalizzare e reimmaginare la cooperazione necessaria per far progredire la resilienza e la sicurezza; rilanciare una crescita economica che migliori il tenore di vita; perseguire un’azione rapida che protegga il clima e la natura, garantendo al contempo l’energia; garantire che gli sviluppi tecnologici siano inclusivi; investire nelle persone e nelle opportunità di equità”.



A partecipare al Forum di Davos saranno una sessantina i capi di Stato e di governo: ci sarà Emmanuel Macron ma anche il premier cinese Li Qiang, fino ad arrivare al presidente argentino Javier Milei a quello ucraino Volodymyr Zelensky. Presenti anche il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. A Davos saranno analizzati i partenariati regionali e si parlerà del rafforzamento della collaborazione Nord-Sud. Saranno poi prese misure per plasmare un sistema commerciale più efficace e inclusivo. Per quanto riguarda l’economia, invece, verranno affrontati i temi del debito, dei nodi delle strategie industriali, dei tassi elevati prolungati. Per il clima saranno discussi i risultati della Cop28 di Dubai.