Derrick De Kerckhove, studioso della sociologia della comunicazione, invoca l’istituzione di una legge contro le fake news, di una “giurisdizione che prevenga l’effetto delle notizie sbagliate”, come ha illustrato lui stesso in un’intervista concessa a La Nazione. Uno degli effetti concreti della disinformazione online è, a suo avviso, l’assalto in Brasile e, due anni prima, l’aggressione a Capitol Hill negli Stati Uniti. “I nuovi eversivi non solo non riconoscono la democrazia, ma nemmeno l’evidenza dei fatti” ha spiegato.
Per Derrick De Kerckhove, i dimostranti brasiliani non sono affatto dei “fascisti”, come li ha invece definiti il neo Presidente Lula: “I fascisti erano molto organizzati e avevano un’ideologia precisa – sottolinea – Questi populisti sono solo arrabbiati, non credono a niente, hanno perso un’identità. Per loro non è importante che un’informazione sia vera ma che sappia creare un’emozione forte“. Ciò che Derrick De Kerckhove teme di più delle attuali fake news diffuse dai golpisti, ma anche dai complottisti e dai negazionisti, è che questi individui “non credono più al rapporto diretto tra linguaggio e realtà, le cui basi furono poste dagli antichi greci. Nemmeno uno scrittore fantascientifico sarebbe in grado di inventare le assurdità spacciate per esempio da QAnon“.
Fake news, Derrick De Kerckhove: “falsità e rabbia irrazionale hanno effetti devastanti”
Fake news e complottisti, il professore Derrick De Kerckhove parla di “gruppo mondiale nuovo, senza un piano” che “non ha idea di come gestire un Paese, non rispetta la condivisione delle informazioni alla base della democrazia”. E invita a una sorta di ‘censura’, spiegando a La Nazione che “bisognerà accettare, per esempio, che chi sostiene cose totalmente fuori dalla scienza e dalla storia e dal diritto sia chiamato a provare le sue tesi, occorre cominciare a considerare gli effetti più delle cose in sé”. Per questo motivo invoca la creazione di “una giurisdizione in grado di intervenire per prevenire gli effetti devastanti delle falsità. Anche perché Trump e Bolsonaro non sono casi isolati, ci sono anche Kim Jong-un, Putin, figure globali che sfruttano e mantengono il potere grazie alla rabbia irrazionale della gente, in quest’era post-Orwelliana in cui l’algoritmo ha preso il potere sulla parola“.
Derrick De Kerckhove avverte anche che, in tempo di social e di estrema connessione, “la sensazione è che la velocità delle notizie e il caos indistinto della rappresentazione della realtà ci facciano apparire questi drammi (la guerra in Ucraina, ndr) come se fossero eventi sportivi. Ed è sconcertante“.