Il gran numero di teorie cospirazioniste legate al Coronavirus suscitano una riflessione più ampia sul periodo che stiamo vivendo, dove bufale, fake news e ipotesi più o meno fantasiose di complotti di ogni genere imperversano. A maggior ragione esse stanno dilagando sul tema di una pandemia mondiale con centinaia di migliaia di morti ed effetti assai pesanti sulle economnie di tutto il mondo.



Il sito Propublica ne ha parlato con Stephan Lewandowsky, esperto di questi temi ai quali ha dedicato diversi reportage ed è anche co-autore di un libro sulle teorie cospirazioniste. I complotti e le cospirazioni naturalmente possono esistere e sono spesso scoperchiati dai media, dal Watergate fino allo scandalo “diesel-gate” delle emissioni Volkswagen, tanto per fare un esempio storico e uno decisamente più recente.



Una teoria cospirazionista si basa invece su fake news che circolano sul web e sui social, che fanno da cassa di risonanza attirando chi ci vuole credere e che di solito sono persone che non credono mai alle versioni ufficiali sui fatti che interessano loro, uno scetticismo senza fine e che li spinge a credere a qualsiasi cosa si trovi in Rete, a patto che vada contro il pensiero ufficiale. Vi è dunque uno squilibrio totale fra lo scetticismo verso ogni fonte ufficiale e la facilità con cui si accetta il pensiero di qualunque tizio su Internet, che sostenga però queste fake news che inducano a credere nel complotto.



FAKE NEWS SU CORONAVIRUS: ASSENZA DI PROVE USATA COME PROVA

L’assenza di prove a sostegno delle loro teorie è considerato la prova decisiva della validità della propria posizione, censurata dai “poteri forti” affinché alla verità “vera” (secondo loro) non ci si arrivi mai. L’esatto opposto del pensiero razionale, come sottolinea Lewandowsky. Altra caratteristica di queste teorie cospirazioniste è che si può credere a fake news di senso opposto, a patto che vadano contro la versione ufficiale – ad esempio, sul Coronavirus vengono spinte sia l’ipotesi che sia stato creato in laboratorio dalla Cina sia che sia dovuto alle vaccinazioni. Una o l’altra? Non importa, basta andare contro l’ufficialità.

Chi sostiene queste teorie dei complotti si presenta come un eroe perseguitato che diventa dunque una vittima del sistema. Perché uno crede in queste fake news? Quando ci si trova davanti ad eventi di portata eccezionale, che sradicano le nostre certezze, alcune persone possono trovare conforto in spiegazioni che sono in genere piuttosto “semplici” e che permettono di dare un senso senza troppo sforzo e magari identificando un cattivo sul quale scaricare la colpa, come potrebbe essere ad esempio la tecnologia 5G da molti accusata di causare il Coronavirus.

Nulla di nuovo sotto il sole: accadeva anche secoli fa con la Peste Nera. Oggi però paradossalmente lo sviluppo ha dato nuova forza anche a queste teorie, in particolare grazie a Internet che è veicolo perfetto per diffondere “idee” che non troverebbero spazio sui media più tradizionali.

FAKE NEWS SU CORONAVIRUS:

Altra caratteristica delle teorie cospirazioniste è che hanno successo in genere soprattutto con chi ha idee politiche estreme, sia a sinistra che a destra. La maggioranza delle persone accoglie invece con piacere l’operato di chi demistifica le fake news, opera che d’altro canto è invece del tutto inutile con chi ci crede, che anzi vede in coloro che agiscono per smentire le fake news come ingenui che si “bevono” le versioni ufficiali, quando non veri e propri servitori della versione da imporre a danno della verità che è naturalmente quella invece propagandata dai cospirazionisti.

L’azione contro le fake news è d’altronde indispensabile per frenarne la diffusione e mettere in guardia la maggioranza delle persone, fornendo loro gli strumenti per essere capaci da soli di non abboccare a queste bufale che, come già accennato, sono caratterizzate da incoerenza, mancanza di prove e sospetti esagerati su ogni spiegazione ufficiale.

Infine, vi è un’altra caratteristica da tenere presente: i veri scandali sono quelli che emergono all’improvviso, come i già citati Watergate e diesel-gate, smascherati da prove inconfutabili che inchiodano i responsabili alle loro azioni. Invece, chiude la propria analisi Lewandowsky, non è ancora mai successo che una teoria cospirazionista si rivelasse corretta.