La distribuzione diventa parte attiva nella lotta alla pandemia. Prova ne è l’iniziativa di Coop, che, insieme all’Agenzia Onu per i Rifugiati-UNHCR, alla Comunità di Sant‘Egidio e a Medici Senza Frontiere, ha lanciato #coopforafrica, una raccolta fondi promossa per favorire la vaccinazione e la lotta al Covid in Africa dove solo il 7% della popolazione ha avuto accesso alla campagna di immunizzazione. 



Attiva fino al 9 gennaio 2022, l’iniziativa prevede una meccanica costruita su tre gambe: i contributi possono infatti essere donati attraverso la piattaforma Eppela (www.eppela.com/coopforafrica), grazie al conto corrente dedicato (Iban: IT 12 E 02008 05364 000106277813) oppure rivolgendosi a una delle casse degli oltre 1.100 punti di vendita dell’insegna. L’obiettivo è superare un milione di euro, cifra necessaria per vaccinare circa 250.000 persone. 



Un punto di arrivo al quale, va detto, Coop non concorrerà mettendo a disposizione solo le proprie strutture su territorio. “L’impegno importante che ci prendiamo – afferma Marco Pedroni, Presidente Coop Italia e Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) – è quello di raddoppiare le donazioni che arriveranno. L’obiettivo è sfidante, ma raggiungibile. D’altronde occorre velocizzare le raccolte di fronte a una emergenza che non sembra al momento finire. Non risolveremo i problemi di un continente in estrema difficoltà, ma daremo un contributo concreto e coerente con la missione cooperativa, contribuendo anche a sensibilizzare molte persone sulla necessità di estendere la vaccinazione”.



Con questa iniziativa, Coop conta, in buona sostanza, “di compiere un atto di solidarietà concreta e al tempo stesso un’azione di sensibilizzazione verso tanti cittadini italiani”, spiega Pedroni. Si punta insomma a raggiungere un doppio traguardo: da un lato, collaborare per mettere in sicurezza i Paesi più poveri del mondo dove la pandemia si scarica su sistemi sanitari fragili e insufficienti, dall’altro aiutare a neutralizzare il più possibile un virus in fase di mutazione partendo dal presupposto che nessuno si salva da solo di fronte al Covid-19. 

“Pensiamo sia necessario mettersi tutti in gioco di fronte a una pandemia e indirizzare gli sforzi verso una causa comune”, osserva Pedroni, cui fanno eco anche i rappresentati delle associazioni che affiancano la catena in questa iniziativa. “Dall’inizio della pandemia, l’UNHCR ha ribadito che nessuno è al sicuro finché non lo siamo tutti – commenta Chiara Cardoletti rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino -. È chiaro ormai che gli evidenti squilibri osservati nella condivisione dei vaccini tra gli Stati sono controproducenti e miopi, e che un approccio che valorizza la tesi ‘prima il mio Paese’ non funziona davanti a una emergenza sanitaria che non conosce confini”. Una considerazione condivisa anche da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio: “È necessario essere consapevoli che da questa pandemia si esce solo insieme, perché il virus continuerà a rappresentare una minaccia finché i vaccini non saranno disponibili per tutti”. 

Va detto però che per passare dalla teoria ai fatti occorre lavorare su più fronti. “È essenziale che governi e aziende farmaceutiche assicurino accesso a vaccini e cure per tutti – dichiara Stella Egidi, responsabile medico di MSF -, ma è anche indispensabile mettere i Paesi a medie e basse risorse nelle condizioni di poter realizzare campagne di vaccinazioni efficaci, in grado di raggiungere prima di tutto i gruppi più vulnerabili” E in questa precisa direzione si pone l’iniziativa messa in campo dall’insegna distributiva. “Grazie a Coop – afferma Egidi -, MSF riuscirà a rafforzare il proprio supporto ad alcuni Paesi africani nella lotta all’epidemia e nelle campagne di vaccinazione, fornendo personale, materiale medicale, assistenza tecnica nell’organizzazione logistica e attività di promozione alla salute in particolare rivolte alle comunità più vulnerabili come malati cronici, senzatetto e rifugiati”. 

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