FALLOU SALL, L’INDAGATO SI DIFENDE
Resta in carcere il 16enne accusato di aver ucciso a Bologna il coetaneo Fallou Sall: lo ha deciso il gip Anna Filocamo, secondo cui è pericoloso e capace di fuggire, inoltre ci sono gravi indizi di colpevolezza. Il giovane, che è detenuto all’Istituto penale minorile del Pratello, nell’udienza di convalida non ha negato le sue responsabilità, ma ha fornito la sua versione di quanto accaduto, sostenendo che da tempo era vittima di vessazioni da parte del 17enne bengalese che è rimasto ferito e di aver reagito all’aggressione accoltellando senza rendersi conto del coetaneo: alla giudice ha detto che Fallou Sall è il primo che si è trovato davanti.
Il 16enne ha ha raccontato che da mesi litigava col bengalese e subiva minacce da lui: si sarebbero incrociati sabato, mentre non conosceva l’amico di lui, Fallou Sall, colpito con una coltellata alla gola e uno alla spalla destra. «Non ce l’avevo con lui», perché la lite non era con lui. Prima alla pm e poi alla gip ha ricostruito mesi di minacce anche via WhatsApp, audio con insulti e frasi senza senso che faceva mandare anche da un altro amico, che costringeva a bullizzarlo. Stando a quanto riportato dal Corriere, la famiglia aveva presentato due denunce per bullismo nei confronti di altre due persone del gruppo.
16ENNE UCCISO A BOLOGNA, LA VERSIONE DELL’INDAGATO
Prima ci sarebbe stata una rissa al parco con il 17enne bengalese, che era col suo cane e una ragazzina. Tornato in un secondo momento, ha trovato un gruppo di 5-6 persone arrivati ad aiutare il rivale. Il 16enne sarebbe scappato verso casa, venendo però rincorso e fermato. Caduto a terra, sarebbe finito nel mirino di più di uno, quindi per paura avrebbe tirato fuori il coltello per sferrare colpi alla cieca. Non sarebbe stata sua intenzione colpire il coetaneo, che non conosceva neppure. Sono in corso verifiche anche su questo aspetto, visto che il 16enne aveva visto una Instagram story che la vittima aveva pubblicato pochi minuti prima dell’omicidio.
Inoltre, gli inquirenti stanno cercando riscontri alla versione dell’indagato anche tramite le testimonianze degli altri presenti, a partire da quella del bengalese ferito. Potrebbe essere utile anche l’autopsia disposta dalla pm Caterina Salusti e dal procuratore Giuseppe Di Giorgio, i quali aspettano anche gli esiti degli accertamenti sulle ferite riportate dal 16enne indagato e dal bengalese. Infine, per la ricostruzione dell’accaduto sarà decisiva l’analisi dei video delle telecamere della zona.
Intanto, il marciapiede dove è stato ucciso Fallou Sall ora è pieno di fiori. Nelle ultime ore si è riempito anche di persone che hanno voluto ricordare il 16enne, a partire dalla mamma Danila e papà Mao, passando per nonna Loredana e tanti amici e conoscenti, compagni di classe. Si è presentato anche il trapper Medy Cartier, che si è fermato per qualche minuto a parlare con i genitori della vittima, i quali hanno avuto il via libera dalla procura dei minori per riavere il corpo del figlio, quindi mercoledì dovrebbero tenersi i funerali.