FALLOU SALL, IL PADRE DEL 16ENNE ACCUSATO DELL’OMICIDIO ROMPE IL SILENZIO
Le denunce non sono servite a nulla: continuava ad essere tormentato dai bulli e ora viene picchiato dagli altri detenuti in carcere. Lo rivela il papà del 16enne che ha ucciso Fallou Sall a Bologna con una coltellata al cuore. Ne parla al Corriere della Sera, ripercorrendo quanto accaduto prima e dopo quel 4 settembre scorso in cui il figlio si è macchiato del delitto, rompendo il silenzio. “Mio figlio non è un mostro“, spiega il padre del minore, spiegando che non era uscito di casa con l’intenzione di uccidere qualcuno.
D’altra parte, sa bene che suo figlio ha sbagliato e deve pagare per quello che ha fatto, ma non si può prescindere dal contesto, da quei ragazzi che lo avevano accerchiato. Non può essere considerato un omicidio volontario per il papà del 16enne, che segnala anche i colpi forti ricevuti dal figlio, per i quali ha reagito sferrando un colpo alla cieca che si è rivelato fatale per Fallou Sall.
Violenze avrebbe subito anche nell’istituto minorile dove è detenuto, infatti l’avvocato Pietro Gabriele ha depositato nelle scorse settimane una denuncia per lesioni, in quanto è stato trovato con ecchimosi e un occhio nero.
MINACCE, INSULTI E BULLISMO
Il padre del minore ogni giorno rivive quanto vissuto quella sera, quando il figliò lo chiamò per dirgli che era successo qualcosa di grave. Quando lo vide era “una maschera di sangue, pieno di lividi e graffi“. Fu chiamata l’ambulanza, intervenne la polizia anche per la perquisizione. L’uomo non sa perché si è arrivati a questa tragedia, ma avrebbe voluto che il figlio gli avesse raccontato di ciò che subiva da tempo, delle minacce e insulti.
“Anche quel giorno l’avevano inseguito in gruppo, Fallou Sall non c’era“. Il padre del 16enne non sa perché fosse vittima di bullismo, ma erano arrivati alle denunce dopo le minacce con un coltello. Un ragazzo fu sospeso, ma le vessazioni non sarebbero finite, tanto che il ragazzo avrebbe confidato al padre di non farcela più. Ci fu un’altra denuncia, ma anche un’altra aggressione che gli costò 7 giorni di prognosi.
LE DENUNCE “INUTILI”
Quando ha trovato un coltellino tra gli oggetti del figlio si è recato da un carabiniere che conosce per farlo richiamare e fargli capire che non avrebbe risolto così i suoi problemi: “Papà, abbiamo fatto due denunce e non è servito a niente“, la risposta del figlio. Il coltellino poi se l’è ricomprato. Nell’intervista, comunque, il padre del 16enne spiega di non aver parlato finora anche per rispetto del dolore della famiglia di Fallou Sall, oltre che per la vergogna dell’accaduto, “ma ci sono state una serie di circostanze infauste“.