Fallou Sall è morto per una coltellata cuore: a indicare la ferita fatale per il 16enne ucciso a Bologna è l’autopsia eseguita dal medico legale Matteo Tudini, su incarico della procura dei minori. Questo quanto emerge dai primi risultati, ma si attendono gli esiti di altri esami per ricostruire un quadro più preciso sulla morte del ragazzo al culmine di una rissa. Ad esempio, il medico legale deve esaminare le lesioni riportate dal ragazzo rimasto invece ferito, il 17enne bengalese che ha ricevuto 10 giorni di prognosi per le coltellate riportate.
Nel frattempo, proseguono le indagini degli inquirenti, tra testimonianze raccolte e video delle telecamere di sorveglianza da esaminare. Bisogna anche chiarire se l’aggressione sia stata premeditata, visto che il 16enne indagato aveva con sé il coltello a serramanico, e verificare le versioni fornite, che divergono tra loro nella ricostruzione dell’accaduto.
L’indagato ha dichiarato di aver reagito dopo essere stato aggredito e accerchiato, colpendo alla cieca con la sua arma. Invece, il 17enne e altri amici hanno dichiarato che sia stato l’indagato a colpire per primo a pugni il 17enne, scappando dopo aver preso, forse per sbaglio, il suo cellulare; per questo sarebbe stato inseguito e fermato, ma a quel punto avrebbe reagito tirando fuori il coltello e ferendo in maniera fatale Fallou Sall, lasciato in una pozza di sangue mentre scappava a casa.
OMICIDIO FALLOU SALL, L’INDAGATO MINACCIATO
I poliziotti lo hanno trovato nella sua abitazione con escoriazioni a ginocchia e braccia, verosimilmente per la colluttazione che aveva avuto poco prima, ma comunque sono ferite oggetto di indagine. Ora il 16enne è nel carcere minorile di Pratello, visto che il gip ha disposto la misura cautelare in virtù del rischio di reiterazione del reato, maturato in un contesto di malessere del ragazzo, che aveva sporto due denunce per bullismo e minacce social.
Nel primo esposto, presentato due anni fa, erano indicati anche alcuni ragazzi amici di Fallou Sall, che invece non c’entrava nulla. Infatti, lo stesso 16enne indagato ha confermato di non conoscere il coetaneo, bensì il rito, con il quale c’erano stati screzi e una rissa avvenuta il sabato prima dell’omicidio.
In cella da solo, è tenuto sotto controllo anche per me minacce che lo hanno già raggiunto dall’esterno, non solo dai social, stando a quanto segnalato dal Resto del Carlino, secondo cui riprenderanno nei prossimi giorni i sopralluoghi della Scientifica per ricostruire con precisione il contesto dell’aggressione.