Ancora una volta dobbiamo convenire che trasporre un videogioco come scenario in cui ambientare una serie tv funziona a meraviglia. Infatti, anche la prima stagione di Fallout ha messo tutti d’accordo: è ben riuscita e ha raccolto ampi consensi di critica e molto pubblico, spingendo Amazon, che l’ha prodotta in collaborazione con Bethesda Game Studios, ad annunciare subito la seconda stagione.
Fallout, siamo in un futuro non tanto lontano, solo duecento anni da oggi. Ma in questi anni il mondo è stato distrutto più volte da guerre nucleari e solo i più fortunati hanno potuto trovato rifugio in bunker autosufficienti disseminati in tutto il Nordamerica, i Vault, distinti l’uno dall’altro solo da un numero progressivo. I cittadini americani più previdenti e agiati economicamente hanno pensato bene di acquistarvi per tempo dei miniappartamenti, come in una multiproprietà, direttamente dalla ditta privata che li ha costruiti.
La storia della serie tv Fallout ha inizio quando il Vault 33 viene attaccato da un manipolo di abitanti esterni – selvaggi e radioattivi – che sono riusciti a intrufolarsi nel sotterraneo da una falla apertasi nel vicino Vault 32. Nell’incursione viene rapito e portato in superficie il sovrintendente del Vault 33, Hank MacLean. Ignara di quanto il padre sia coinvolto nelle vicende poco trasparenti che hanno legano l’azienda costruttrice dei bunker allo scoppio della guerra, la figlia Lucy si mette sulle sue tracce con l’intenzione di liberarlo. Lucy, interpretata magistralmente da Ella Purnell (la Jackie di Yellowjackets), nonostante le sue ingenue credenze, che contraddistinguono tutti gli abitanti dei Vault, riesce a sopravvivere nel mondo esterno.
Uscita dai sotterranei dove ha sempre vissuto, Lucy scopre infatti che la superficie è popolata molto di più di quanto pensasse e, al di là delle zone ancora contaminate, ci si arrangia e ci si ammazza pur di accaparrarsi le scarsissime risorse disponibili, come l’acqua pulita. Lucy purtroppo incontra il Ghoul, un solitario cercatore di taglie e uno spietato pistolero, che combatte una guerra personale alla ricerca di qualcosa che ha perduto, e che la fa prigioniera. In suo aiuto arriva Maximus, un giovane sopravvissuto alla guerra atomica e arruolato nell’esercito della “confraternita”. Maximus ruba per lei una delle speciali armature dei cavalieri con cui si può entrare nelle zone contaminate.
Il viaggio di Lucy e Maximus è l’occasione per riflettere sulle scelte morali ed etiche che l’umanità ha fatto in questi duecento anni e consente loro di scoprire la verità sulle loro famiglie, la storia dei Vault, chi realmente li comanda. Ma è anche l’occasione per scegliere da che parte stare, provare a dare una mano all’umanità per redimersi e tornare alla civiltà.
Dicevamo all’inizio che è pienamente riuscita l’operazione Fallout di trasformare in una serie tv il videogioco che in oltre vent’anni ha raccolto fans in tutto il mondo. L’effetto è reciproco visto che anche per i videogiochi c’è stata un’impennata delle vendite. L’ambientazione anni ’50 dei Vault e della straordinaria colonna sonora hanno una spiegazione logica, essendo un’esplicita citazione degli anni della Guerra fredda, quando si diffuse la psicosi di massa per il pericolo di una guerra nucleare. In ogni caso la visione della serie tv Fallout è gradevole e si vede la mano di uno showrunner esperto come Jonathan Nolan, affermatosi come sceneggiatore e produttore di grandi film come Interstellar e serie tv come Westworld e Inverso – The Peripheral.
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