Il quotidiano ‘La Verità’ prosegue l’inchiesta sulle presunte false presenze del Presidente Nicola Zingaretti in Regione Lazio, motivate da giustificata “missione” salvo però essere poi ospite in tv o impegnato con eventi per il Pd. Il 25 giugno il giornale diretto da Maurizio Belpietro aveva riportato dell’inchiesta “segreta” della Procura di Roma sull’ex segretario Dem e le sue presunte “false presenze”: oggi sempre ‘La Verità’ rileva la presenza di un documento che inguaierebbe Zingaretti e il suo vicecapo di gabinetto Andrea Cocco.



In un foglio datato 8 agosto 2019, indirizzato al Presidente del Consiglio Regionale Mauro Buschini (dimessosi ad aprile dopo lo scandalo Concorsopoli, ndr) e con firma di Cocco, si legge: «in relazione alla convocazione della seduta ordinaria del Consiglio regionale numero 38 del 29 luglio 2019, aggiornamento dell’8 agosto 2019 ore 10.30, si comunica che il presidente Nicola Zingaretti non potrà essere presente a causa di impegni istituzionali precedentemente fissati». Secondo quanto sottolinea Giacomo Amadori de “La Verità”, proprio da questa lettera è partita l’inchiesta della Procura romana atta a verificare gli effettivi “impegni istituzionali” del Presidente di Regione.



LE PRESUNTE PROVE CONTRO ZINGARETTI

Quando Zingaretti – come chiunque nei ruoli istituzionali di rilievo tra Comune, Regione, Parlamento – viene dato assente per motivi istituzionali, viene giustamente conteggiato comunque presente ai fini del calcolo del numero legale. Per tornare al documento citato da “La Verità”, l’8 agosto 2019 il Consiglio regionale si poté svolgere proprio grazie alla giustificazione di Zingaretti. Fu una riunione-fiume terminata alle 4 del mattino per discutere di proposte di legge sul contrasto al lavoro non regolare nell’agricoltura: il Centrodestra in Consiglio e alcuni esponenti M5s lamentavano l’assenza del “fantasma Zingaretti” che in quelle stesse ore si trovava a due feste del Pd in Emilia Romagna. Prima a Bibbiano per esprimere vicinanza ai colleghi di partito interessati in quei tempi alle indagini sugli affitti illeciti in Val d’Enza, in serata invece intervenne al congresso Pd di Villalunga.



L’inchiesta a Roma nasce proprio da quelle motivazioni addotte dal gabinetto del Governatore, con un esposto presentato in Procura dal consigliere ex M5s Davide Barillari: «appare evidente che tra le ore 20 fino alle ore 22.30, l’aula ha avuto la presenza di 26 consiglieri comprendente anche Zingaretti, assente per motivi istituzionali, quando invece era a partecipare alle feste in un’altra regione. Pertanto, risulta viziato il numero dei consiglieri dell’aula consiliare in quell’orario nel momento in cui sono stati discussi e approvati ben 5 emendamenti». La medesima scena si sarebbe ripetuta, continua Barillari ai giudizi di Roma, anche il 29 aprile 2019 e 15 maggio 2019: nel primo caso, Zingaretti era dato “assente giustificato” ma si trovava in realtà a Casal di Principe (Caserta) per campagna elettorale del capolista alle Europee Franco Roberti; nel secondo caso, Zingaretti teneva una conferenza stampa al Nazareno (sede Pd, ndr) per presentare il “Piano per l’Italia”. Dopo la richiesta di Barillari e del Cdx di motivare le assenze di Zingaretti, emerge nell’inchiesta come le “presenze false” sarebbero 7 nel 2019, 20 nel 2020 mentre improvvisamente si ferma tutto nel 2021: «Chi è al governo della pubblica amministrazione dovrebbe dare il buon esempio: dichiarare di essere in missione istituzionale per il Lazio e poi fare comizi è un espediente meschino. Il tempo sottratto all’incombenza regionale viene pagato oggi dai cittadini ad esempio sui mancati risultati sui rifiuti e sui disastri quotidiani nella sanità», attacca il capogruppo di Fdi Fabrizio Ghera a “La Verità”.