Bologna, la Guardia di Finanza ha scoperto una vasta rete di truffe all’Università del valore di un milione di euro, che ha coinvolto almeno 300 studenti stranieri e complici che facevano loro ottenere documenti falsi per la richiesta di borse di studio l’erogazione di finanziamenti con risorse previste dal Pnnr. Grazie al rafforzamento dei controlli avviati nell’ambito della collabirazione tra l’Ateneo e gli enti locali, per scoprire eventuali appartamenti affittati in nero agli studenti, è emerso che molti locali, per la maggior parte di pochi metri quadri, risultavano in locazione ad un numero di occupanti esagerato.
Anche più di a 10 persone nello stesso monolocale, con contratti fittizi, falsificati ad insaputa dei proprietari. Le Forze dell’ordine hanno poi scoperto che gli studenti, per lo più di origine asiatica, vivevano a titolo gratuito ospitati presso altre abitazioni di amici e conoscenti ma fingevano di dover sostenere le spese per avere i rimborsi.
Bologna, scoperta truffa all’Università: documenti consolari falsi e contratti di affitto contraffatti per ottenere borse di studio
Bologna, scoperta truffa all’Università da un milione di euro. 300 studenti stranieri coinvolti nell’inchiesta della Guardia di Finanza che ha individuato cinque persone responsabili di aver ideato un sistema di domande false per ottenere rimborsi e borse di studio, alcune finanziate grazie ai fondi Pnnr, grazie a contratti di affitto falsi intestati a più soggetti. Il meccanismo prevedeva l’invio delle istanze che vengono ogni anno istituite dall’Ente per il diritto allo studio ER.Go, corredato di documentazioni contraffatte.
Oltre ai contratti di locazione, anche attestazioni consolari che dovevano certificare il reddito e gli ISEE degli studenti. Questa attività funzionava tramite passaparola all’interno dell’Ateneo, e venivano richiesti dai 300 ai 600 euro per ogni invio di domanda. L’importo da pagare veniva stabilito in base all’ammontare totale della borsa di studio. Tra i coinvolti, anche una agenzia immobiliare del territorio, ritenuta responsabile dell’individuazione degli immobili scelti per la falsificazione dei documenti.