Prosegue l’emergenza alluvione in Toscana e la popolazione, già in ginocchio a causa del maltempo, deve fare i conti anche con un ulteriore pericolo: quello degli sciacalli. A Figline, in via di Cantagallo, sono stati affissi dei volantini che riportano notizie false, spacciate come un appello del Ministero dell’Interno. Nel testo viene chiesto ai non residenti delle varie abitazioni di lasciare l’area, altrimenti si rischia la denuncia e la condanna al pagamento di un’ammenda e nei casi più gravi persino l’arresto. Informazioni che, ovviamente, sono totalmente inventate.
Nel testo del volantino viene anche annunciato che saranno fatti dei controlli dell’effettiva residenza. I fogli affissi a Figline, zona colpita dal maltempo, sono stati segnalati alla Questura che oltre a ritirarli ha specificato che non c’è alcun provvedimento del genere in atto. Dunque, i residenti sono chiamati a prestare attenzione anche a fatti simili: come spesso accade, infatti, non mancano gli sciacalli che nelle situazioni di emergenza ne approfittano e provano a svaligiare le case abbandonate e non a causa di eventi naturali catastrofici, in questo caso l’alluvione.
Falsi volantini in Toscana: il testo
Nel volantino affisso in Toscana, a Figline, con timbro (falso) del Ministero dell’Interno, si legge: “Ai sensi dell’art. 650 C.P. si comunica ai cittadini quanto segue: Si invitano gli eventuali non residenti di questo edificio a lasciare le abitazioni ospitanti, per rientrare nel loro domicilio di residenza. Le autorità svolgeranno dei controlli nei condomini e nelle abitazioni private. Si prega alla richiesta di presentare i seguenti documenti: documento d’identità con foto e specificato indirizzo di residenza e documento di locazione/contratto di affitto”.
Il testo continua affermando che sono consentiti anche “altri documenti che comprovino la presenza in domicilio differente dal proprio di residenza per gravi motivi di necessità quali malattia, assistenza degli anziani (comprovata da certificazione medica), motivi inderogabili di lavoro che rientri nella relativa categoria Ateco”. Poi, il capitolo sanzioni: “Tutte le presenze non giustificate verranno denunciate ai sensi dell’art. 1 C. 1 dell’8/20 disposto dall’art. 3 comma 4 DL 23/20, art. 6, art. 4. Comma 2 che prevede: ammenda fino a 206 euro, arrestino fino 3 mesi, reclusione da 3 a 12 anni nei casi più gravi”.
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