Famiglia segregata in casa per oltre 20 anni a Sturno, accusato il padre
Durante la puntata odierna di La Vita in Diretta, in onda su Rai 1, si è parlato di un caso particolare, ovvero di una famiglia segregata in casa per 20 anni dal padre. A denunciare l’accaduto sarebbero stati la moglie e i due figli dell’uomo, un 42enne che attualmente si trova agli arresti domiciliari proprio nella casa degli orrori a Sturno, in provincia di Avellino. In trasmissione, inoltre, è intervenuto anche l’avvocato Enrico Matarazzo, che difende il padre della famiglia.
Secondo le denunce fatte dalla famiglia segregata in casa per 20 anni, l’uomo era “un padre padrone che teneva sotto stretto controllo tutta la famiglia”. La denuncia sarebbe arrivata ad agosto, mentre le violenze andavano avanti da oltre 20 anni. Particolarmente sentite le parole del figlio più piccolo, che stando agli atti delle indagini, letti durante La Vita in Diretta, accusa l’uomo di averlo colpito con calci e pugni, talvolta anche alla testa con un chiave inglese. L’avrebbe umiliato e costretto a lavorare nei campi sotto al sole, costringendolo a non avere una vita sociale ed appellandosi a lui con il termine “pane perso”, ovvero buono a nulla.
La moglie, invece, racconta che il marito le permetteva di andare a lavorare, ma oltre a quello non poteva avere altra vita sociale. La portava in ufficio e la andava a prendere dopo il suo turno, e lì finivano i suoi spostamenti. La donna, dopo 20 anni segregata in casa con la sua famiglia, ha chiamato i carabinieri ed ora si trova in una struttura protetta assieme ai figli.
Avvocato del padre: “C’erano dei litigi, come nelle famiglie normali”
Insomma, ora la famiglia segregata in casa per 20 anni sarebbe libera dalla prigionia, mentre il padre 42enne si troverebbe agli arresti domiciliari. Da casa sua, però, ha voluto che il suo avvocato, Enrico Matarazzo, rilasciasse una dichiarazione ai microfoni di La Vita in Diretta. L’avvocato dell’uomo, innanzitutto, chiarisce che all’interno della famiglia “sicuramente ci saranno stati dei litigi, ma come avvengono nelle normali famiglie”.
Il suo assistito, il padre della famiglia segregata in casa per 20 anni, “sta vivendo uno stato particolare, come è comprensibile, ma ci tiene a far sapere che quello che ci sta scritto non corrisponde ad una situazione reale, disconosce che ci sono state delle situazioni come quelle descritte, altre sono invece accadute ma con modalità diverse”. In merito alle accuse mosse, “mi risulta che i ragazzi andassero a scuola, addirittura frequentavano la piscina, la signora usciva per andare a lavorare, facevano una vita sociale come tante altre famiglie, avevano un telefono cellulare, erano iscritti sui social”, ha detto l’avvocato. Infine, ha detto di star valutando se chiedere il riesame del caso.