LE BEATIFICAZIONE SENZA PRECEDENTI NELLA STORIA DI UNA INTERA FAMIGLIA: LA STORIA DEGLI “ULMA”

Il prossimo 10 settembre in Polonia si terrà una beatificazione voluta dalla Chiesa Cattolica che è una prima volta assoluta nella storia: saranno beati infatti tutti e 9 i componenti di un nucleo familiare, la famiglia Ulma dei genitori Jozef e Wiktoria e dei loro 7 figli (6 nati e un feto). Come spiega la Santa Sede annunciando l’imminente Beatificazione sancita dalle ultime firme di Papa Francesco, «La famiglia Ulma è stata un frammento di luce negli anni bui della Seconda Guerra Mondiale»: la causa tratta infatti del martirio dell’intera famiglia polacca avvenuto durante il periodo nefasto per l’Europa di mezzo Novecento, quando molti persero la vita semplicemente perché tentarono di aiutare alcuni ebrei a scampare dalla persecuzione disumana della barbarie nazista.



La famiglia Ulma viene così beatificata interamente, una prima volta assoluta nella storia della Chiesa: «i samaritani di Markowa vengono beatificati perché mossi dal comandamento dell’amore e dall’esempio del buon samaritano, furono massacrati dai nazisti per aver dato rifugio a otto ebrei durante la Seconda Guerra mondiale», così racconta Don Witold Burda, postulatore della Causa di beatificazione e sacerdote dell’Arcidiocesi di Przemyśl del Latini a Radio Vaticana. Una famiglia con 6 figli e un settimo in arrivo si ritrova accusata di aver nascosto un’altra famiglia numerosissima di semplici ebrei che scappavano dalla follia ideologica del Terzo Reich: uccisi come martiri, il 10settembre la Polonia con l’abbraccio materno della Santa Chiesa Cattolica ringrazia davanti al mondo questi 9 piccoli “eroi” come li ha definiti più volte Papa Francesco.



CHI SONO I 9 MARTIRI CHE SARANNO BEATI IL PROSSIMO 10 SETTEMBRE IN POLONIA

La storia della famiglia Ulma è intrisa di semplicità, fede e vita quotidiana: tutto fino al 1942 quando la decisione di Hitler di attuare l’infame “soluzione finale” porta ogni singolo ebreo in Polonia ed Europa a rischio. Gli Ulma accolsero in casa la famiglia ebrea di Saul Goldmann composta di 8 persone: «pur consapevoli del rischio e nonostante le ristrettezze economiche, gli Ulma nascosero i Goldmann per un anno e mezzo», si racconta nella dichiarazione del Dicastero delle Cause dei Santi. Il 24 marzo 1944 si presentarono dei gendarmi che perquisirono l’abitazione: scoperti i Goldmann, trucidarono le due famiglie.



I 9 martiri che saranno beatificati in Polonia il prossimo 10 settembre sono dunque: Józef Ulma, il padre; la moglie Wiktoria Niemczak; i 6 figli Stanisława, Barbara, Władysław, Franciszek, Antoni, Maria. Il settimo figlio fu trovato nato morto la settimana successiva quando alcuni vicini dissotterrarono la famiglia Ulma per una sepoltura più degna rispetto alla fossa dove erano stati stipati dai soldati tedeschi. Riguardo al martirio formale ex parte persecutoris, sottolinea ancora il Dicastero, nell’eccidio delle due famiglie «guidava la spedizione il comandante Eilert Diecken e tra gli esecutori vi era il gendarme Joseph Kokott. Essi furono mossi da odio antisemita e da un’avversione anticristiana persino prevalente, non solo teorica o remota. Benché non fosse richiesto dai regolamenti della gendarmeria, Diecken aveva abiurato dalla fede cristiana – evangelica – proprio entrando nella polizia nazista».

FAMIGLIA ULMA, PAPA FRANCESCO: “EROI TRUCIDATI PER AVER SALVATO GLI EBREI. SANTITÀ È FEDELTÀ NELLE PICCOLE COSE QUOTIDIANE”

La scelta della famiglia Ulma di aiutare quegli ebrei in fuga venne ponderata «alla luce del comandamento dell’amore e dell’esempio del buon samaritano, come risulta dalle sottolineature vergate sulla loro Bibbia. I bambini erano battezzati e coinvolti nella fede operosa dei genitori. Per il nascituro vi fu il battesimo di sangue». In vista della Beatificazione del prossimo 10 settembre, ha parlato in Udienza Generale anche papa Francesco nel saluto ai fedeli polacchi presenti in Vaticano: «L’esempio di questa famiglia eroica, che ha sacrificato la propria vita pur di salvare i perseguitati ebrei, vi aiuti a comprendere che la santità e i gesti eroici si raggiungono attraverso la fedeltà nelle piccole cose quotidiane», ha detto il Pontefice.

Già le prime ore dopo la fucilazione dei servi di Dio, la morte della famiglia Ulma «era considerata dal popolo polacco come un martirio. La gente che raccontava questa tragica vicenda ne parlava con grande stima e rispetto e sin da subito è partita questa fama spontanea», racconta il postulatore a Vatican News. Josef e Wiktoria – incinta di 7 mesi – vengono trascinati fuori e fucilati davanti ai bambini, dopo che qualcuno gli aveva traditi nella più peggiore e inquietante delazione: dopo la mamma e il papà, vengono fucilati anche i piccoli e l’intera famiglia ebrea. La casa viene data alle fiamme: era il 24 marzo del 1944 e il buio calava sulla Polonia a memoria di quanti milioni fecero la stessa identica fine. «Padre François–Marie Léthel, consultore del Dicastero delle Cause dei Santi, ha scritto sull’Osservatore Romano, che si tratta di un martirio ebraico-cristiano. Con questa affermazione ha voluto sottolineare che ciò che appare evidente è che sono stati uccisi degli innocenti: la famiglia Ulma e otto ebrei, tra i quali Shaul Goldmann con i suoi quattro figli, Lea Didner con la figlia Reshla di cinque anni e Golda Grünfeld», racconta alla stampa vaticana Padre Paweł Rytel-Andrianik, storico e autore del libro “Uccisero anche i Bambini. Gli Ulma, la famiglia martire che aiutò gli ebrei”.