Le famiglie composte da adulti vaccinati proteggono i bambini dal Covid-19. Uno studio condotto in Svezia, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica JAMA, ha rivelato che le possibilità di infettarsi per coloro che hanno meno di 12 anni – e non possono dunque ricevere il siero – sono inversamente proporzionali al numero di membri del nucleo familiare che sono immunizzati.
La ricerca, come ricostruisce il Corriere della Sera, è stata portata avanti tramite l’analisi di oltre 800 mila nuclei familiari svedesi. I dati sono piuttosto chiari. Il rischio per il bambino di contrarre il Covid-19 è inferiore del 45%-61% se soltanto una persona in famiglia si è immunizzata (tramite vaccino o precedente infezione); del 75-86% se le persone immunizzate sono 2; del 91-94% se sono 3; del 97% se ci sono 4 membri immunizzati. Anche nel caso in cui la trasmissione del virus avvenga ugualmente, inoltre, la gravità della sintomatologia è ridotta dell’80%.
Famiglie di vaccinati proteggono bambini da Covid: la cosiddetta «bolla»
Il fenomeno secondo cui le famiglie di vaccinati proteggono i bambini non vaccinati dal Covid-19 richiama quello della cosiddetta «bolla». Il meccanismo, infatti, è il medesimo. All’interno del nucleo familiare si instaura una sorta di immunità di gregge, per cui i rischi sono ridotti per il più debole. Esso può essere un minore di 12 anni oppure un soggetto immunodepresso oppure una persona che per motivi di salute non può ricevere la dose del vaccino.
I dati provenienti dalla Svezia, in tal senso, confermano dunque anche che il pericolo di trasmettere il virus è minore per i vaccinati. “Questi risultati suggeriscono che i vaccini svolgono un ruolo chiave nel ridurre la trasmissione del virus all’interno delle famiglie, il che probabilmente ha implicazioni per l’immunità di gregge e il controllo della pandemia”, scrivono gli autori. La ricerca, tuttavia, ha un limite. “I risultati e le conclusioni del presente studio, inclusi i dati sulla dose singola, si applicano solo alla variante Alfa, che ha determinato oltre il 95% di tutti i casi Covid seguiti”.