Sono in vista alcuni controlli da parte del fisco per famiglie e partite IVA. Controlli che sarebbero stati evitati grazie al bonus cashback,  che è tornato recentemente in auge durante la presentazione del def. Ma ci sono alcuni casi in cui i controlli scattano in automatico, vediamo quali.

Fisco: quando scatta il controllo automatico

Per fare insospettire il fisco, basta avere anche soltanto un conto corrente in più su cui sono detenute delle somme non congruenti con il reddito dichiarato. Grazie alla tracciabilità dei conti telematici inoltre, il fisco viene messo in allerta anche da conti che sono stati interessati da operazioni oltre soglia, da conti non dichiarati oppure da conti correnti che, benché dichiarati, detengano delle somme che non sono coerenti col proprio reddito.



Al fine del controllo dell’Agenzia delle entrate può concorrere anche una somma detenuta e derivante da donazioni di modico valore che, comunque, l’Agenzia delle entrate considera già poco allarmanti ma utili a far accendere i riflettori. Il consiglio per tutti è quello di usare sempre un atto notarile per donazioni più consistenti.



Persone fisiche e Partite Iva nel mirino del Fisco: la questione dei bonifici da e verso l’estero

Quando però si sommano varie transazioni di modico valore, con una certa frequenza, a quel punto scatta l’Agenzia delle Entrate ed i relativi controlli. I controlli interessano indistintamente i contribuenti che siano persone fisiche è partite iva. L’Agenzia delle entrate entra in azione anche quando vi sono delle transazioni con l’estero. In particolare è utile sapere che i bonifici all’estero non devono superare i 12500, oltre questa soglia occorre infatti dare opportuna comunicazione al Fisco attraverso la Comunicazione valutaria statistica (Cvs, qui un esempio).



Anche i bonifici in entrata dall’estero non devono superare i 15000 euro. Per le operazioni in Italia, resta la soglia dei bonifici entro 5 mila euro.