E’ stato presentato il rapporto “Famiglia e povertà relazionale” del Family International Monitor, un report in cui si sottolinea come i rapporti sociali proteggano dalla marginalizzazione, ma nel contempo, i nuclei famigliari devono essere aperti al mondo, per ottenere e nel contempo dare sostegno. “Il rapporto si occupa di una analisi della povertà e della famiglia a livello internazionale, con un approfondimento in 12 Paesi che vanno dal Benin alla Spagna, da Haiti all’India – spiega ai microfoni del portale di VaticanNews, Francesco Belletti, direttore scientifico del Family Monitor e direttore del Cisf – e mette a tema la dimensione relazionale della povertà, che non è solamente assenza di risorse economiche, ma è anche dovuta a cattive relazioni nel sociale o a una famiglia fragile”.



Belletti sottolinea quando detto in apertura, l’importanza delle relazioni sociali: “Il dato che emerge con più potenza è che le relazioni sono, per tutte le famiglie vulnerabili sia in Italia che nelle bidonville di Nairobi, la prima e la più importante delle risorse per restare a galla, per combattere la marginalità e per sopravvivere. Quindi occorre vedere la famiglia come un luogo di relazioni che tengono insieme le persone e le proteggono dalla povertà e dalla grave emarginazione sociale”. Ma di quali relazioni stiamo parlando? “I dati hanno evidenziato per esempio, dal punto di vista strutturale, che la presenza di una coppia stabile è un fattore protettivo molto forte, mentre famiglie molto vulnerabili sono quelle con un solo genitore. Questo significa che la relazione di coppia è una risorsa fondamentale per proteggere i bambini e per mantenere in vita un sistema famigliare che scambia solidarietà al proprio interno”.



FAMIGLIE, IL RAPPORTO PRESENTANTO DAL FIM: “UNA FAMIGLIA ISOLATA E’ VULNERABILE”

Per Belletti “il primo modo con cui la famiglia è protagonista del suo destino è proprio la coesione interna”. Importante è anche riuscire ad aprire i confini della stessa famiglia: “Una famiglia isolata è molto più vulnerabile, molto più fragile, molto meno capace di reagire alle avversità. Per esempio in tanti contesti dell’Africa che abbiamo analizzato c’è una capacità di solidarietà orizzontale, che potremmo definire tradizionale. Come si dice, “per educare un fanciullo serve un intero villaggio”.



Ci sono legami corti di solidarietà che sono molto rilevanti, molto potenti. Per esempio in Italia questo passa attraverso l’adesione a un’associazione famigliare, a gruppi di acquisto solidale. La famiglia non è la famiglia nucleare chiusa nel proprio appartamento, ma è una famiglia con porte e finestre aperte capaci di dare e ricevere aiuto e sostegno ai suoi compagni di viaggio”.