ANGELO PANEBIANCO: IL FANATISMO RELIGIOSO E L’OCCIDENTE
Davanti a immagini come i bambini trucidati e torturati da Hamas nei kibbutz israeliani, oppure con i rapimenti e li stupri al rave-party nel deserto, o ancora con le esecuzioni di massa di donne, bimbi e anziani, una domanda sorge spontanea: come può l’uomo arrivare a tanto? Se lo è chiesto l’editorialista del “Corriere della Sera” Angelo Panebianco, rispondendo con un’analisi tutt’altro che banale in merito al duplice scenario che ci si para davanti in questi giorni: da un lato la barbarie di una guerra che segue attacchi indiscriminati contro la popolazione ebraica; dall’altro lo “schieramento” pro-Hamas/contro-Hamas che subito si è levato nelle piazze anche di molti Paesi occidentali.
Il tema del fanatismo religioso, secondo Panebianco, ricopre un’importanza forse capitale in questo nuovo conflitto riesploso tra mondi “opposti”: «È possibile capire cosa passa per la testa di un uomo che decapita un bambino? Certo, è una manifestazione della ferocia, della ferinità, che sonnecchia dentro gli esseri umani», scrive il giornalista, ricordando come vi sia però qualcosa di più nello scempio visto dal mondo davanti all’orrore dei bambini massacrati deliberatamente nei kibbutz vicini alla Striscia di Gaza. In quella strage, c’è qualcosa «che gli europei faticano assai a capire e, in genere, non capiscono proprio. Che cosa sia il fanatismo religioso è per lo più incomprensibile per persone come gli europei». Se è vero che da tempo ormai l’Europa e l’Occidente vive in società dove la secolarizzazione la fa da padrone, è altrettanto vero che la parola “Dio” assume proprio per questo un significato minoritario che ci fa perdere la tensione nel comprendere “un’eccesso di fede” come il fondamentalismo e fanatismo. «Il fanatico religioso può commettere atrocità perché una voce interiore gli dice che sta eseguendo la volontà di Dio. Come potrebbero gli europei capire una cosa simile?», afferma ancora Panebianco.
“ISLAMISMO FANATICO PER INTERESSI È SOTTOVALUTATO”: L’AFFONDO SULLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE
Le Brigate Rosse in Italia, ad esempio, un atto come quello di Hamas a Kfar Aza non avrebbero potuto commetterlo, spiega Panebianco: «si trattava di fanatici politici, non avrebbero mai trucidato deliberatamente bambini. Quando venivano catturati dalle forze dell’ordine, tolta una quota di irriducibili, i brigatisti, spesso, si mettevano a cantare come usignoli». Manca la coerenza all’umanità fanatica religiosa come le sigle islamiste: un fondamentalista può commettere atti empi anche per piacere o vantaggio personale, «pensando che Dio comunque lo perdonerà data la sua dedizione alla Causa». Ma il fanatismo religioso copre anche veri e propri interessi e calcoli spregevoli: «chi lo sfrutta per finalità del tutto mondane, che nulla hanno a che fare con cause religiose rilette e reinterpretate in chiave estremista».
In parole povere, è solo mettendo in gioco e provando a capire più da vicino l’ideologia islamista che si può allora comprendere perché Hamas si disinteressa così dell’incolumità di civili inermi o del proprio stesso popolo palestinese: «Con i soldi degli aiuti usati per comprare armi anziché per migliorare le condizioni di vita degli abitanti di Gaza, con i civili, in mezzo ai quali i miliziani si nascondono, trasformati in bersagli umani. Quanti più civili innocenti moriranno a seguito dell’inevitabile controffensiva israeliana, tanto meglio sarà per la “Causa”, tanto più lo sdegno colpirà Israele mettendo in ombra la barbarie di Hamas». Secondo Panebianco, il fenomeno del fanatismo religioso è tanto pericoloso quanto per l’Occidente è da anni ormai troppo «frainteso e sottovalutato» e l’esperienza insegna che «chi pensa di sapere che cosa ci aspetti raramente ci prende».