Tra carriera e vita privata, Fanny Ardant a tutto tondo ai microfoni del Corriere della Sera. L’amata attrice francese debutterà al Teatro Cucinelli di Solomeo il prossimo 1 dicembre con lo spettacolo “Impossibile”, tratto dal romanzo di Erri De Luca. Dopo aver rivelato il suo spirito ribelle sin dall’infanzia – “a scuola contestavo le suore: mettevo in discussione ogni autorità, non esistono verità assolute” – la Ardant interpreterà il ruolo di una ex brigatista accusata di aver spinto nel vuoto un ex compagno di lotta. Lei tempo fa definì Renato Curcio un eroe, per poi scusarsi con le vittime del terrorismo rosso: “Fraintesero la mia posizione. Ammiravo quelli che non si erano pentiti: puoi avere rimorso per ciò che hai fatto, ma non puoi risolverlo denunciando i compagni. Curcio ha sbagliato e pagò il suo debito in galera”.
L’intervista a Fanny Ardant
La Ardant ha poi parlato del suo amore per la recitazione, nato a teatro e proseguito sul grande schermo. La preferenza va sempre verso il primo: “Quando salgo sul palcoscenico penso che nulla di male può accadermi, tutto dipende dal rapporto col pubblico che non è mai lo stesso: a volte è attento, altre volte distratto e ne devi conquistare l’attenzione. È una situazione al limite, che mi svuota la testa e me la riempie: una pulsione violenta, come una trasfusione di sangue”. A differenza di tante colleghe, la Ardant non ha ceduto alle lusinghe della chirurgia estetica, sottolineando di non temere minimamente le rughe: “È stupido preoccuparsene, meglio accoglierle con serenità. Ricordo una battuta di Scola: con tutte le attrici rifatte, difficile trovarne una per il ruolo di nonna. La mia più grande paura è diventare indifferente. Bisogna sempre lasciare accesa la luce della curiosità”.