I farmaci anti pubertà sono finiti al centro di un’approfondita inchiesta da parte del ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha inviato i suoi ispettori all’Ospedale universitario Careggi di Firenze. Una visita con carattere di urgenza, motivata soprattutto dall’appello fatto all’avvocata esperta di diritto minorile e familiare Annamaria Bernardini de Pace, che in una lettera ha espresso i suoi timori sull’iter medico applicato nella clinica sulla disforia di genere del Careggi di Firenze. L’obiettivo del ministro Schillaci, e dell’appello di Bernardini de Pace, era proprio quello di comprendere approfonditamente l’iter con cui vengono somministrati i farmici anti pubertà, sui quali l’Autorità farmacologica italiana non ha espresso una posizione precisa.
Farmaci anti pubertà: i timori del ministro Schillaci
Con l’espressione farmaci anti pubertà si intende qualsiasi composto contenga al suo interno la triptorelina. Vengono impiegati per impedire ai ragazzini lo sviluppo puberale e il loro utilizzo è aumentato con l’aumentare dei casi di disforia di genere. A livello europeo sono sempre di più i governi e le associazioni a dirsi contrari all’utilizzo di triptorelina, mentre l’Aifa nel 2019 l’ha autorizzata ‘off label’ su consiglio del Comitato di Bioetica e nel solo in caso in cui la somministrazione sia consigliata da un’equipe di psicologi, psichiatri e psicoterapeuti che non sono riusciti a trovare soluzioni alternative.
Schillaci, dunque, a fronte delle crescenti preoccupazioni sui farmaci anti pubertà ha deciso di chiarire come (e se) questi vengono utilizzati dal Careggi di Firenze. L’appello di Annamaria Bernardini de Pace, d’altronde, è chiaro e mira a “salvare i bambini“, obiettivo sul quale il ministro ha espresso il suo pieno accordo, sottolineando che “la prudenza e la sicurezza del paziente devono essere garantite”. L’avvocata, inoltre, ha già deciso di presentare un esposto al tribunale dei minori di Roma e Milano, dopo quella già presentata a Firenze. E mentre le indagini sul Careggi continuano, il ministro ha promesso di porre fine al ‘far west’ che c’è sui farmaci anti pubertà, promettendo di formulare “linee di indirizzo che possano essere scientifiche, garantiste e di appoggio ai centri di disforia”.