Secondo l’Endocrine Society, i farmaci antipubertà e il ricorso alla chirurgia (definita “terapia affermativa”) sono la soluzione per i ragazzi trans con disforia di genere, in quanto come si legge sul Wall Street Journal promuoverebbero la loro salute mentale e ridurrebbero il rischio di suicidio. Eppure, la realtà sembra smentire questa retorica perfino negli Stati Uniti.



La femminista Marina Terragni su Il Foglio riporta infatti le parole di una ventina di esperti internazionali che dichiarano come “al contrario, i rischi sono significativi e comprendono sterilità, dipendenza permanente dai farmaci e il possibile pentimento. Per questo sempre più paesi europei e organizzazioni professionali internazionali raccomandano la psicoterapia” anziché ricorrere direttamente alla chirurgia e ai farmaci antipubertà per i giovani che si sentono trans. Di simile avviso anche Miriam Grossman, psichiatra,   che nel suo lavoro Lost in Trans Nation: A Child Psychiatrist’s Guide Out of the Madness, illustra che un percorso psicologico permette a questi ragazzi che si definiscono trans di “rallentare il loro ritmo sulla catena di montaggio che porta al danno; alcuni addirittura scendono”. Tuttavia, “quando un giovane ha giurato fedeltà agli Articoli di fede che sanciscono l’identità di genere come sacra e proibiscono qualsiasi domanda, la sfida che devono affrontare genitori e terapeuti è brutale. Non possono tollerare i dubbi che semino”.



Ragazzi trans e i rischi dei farmaci antipubertà e della chirurgia: “non si nasce nel corpo sbagliato”

Farmaci antipubertà e chirurgia sono davvero la soluzione per i ragazzi che sentono di essere trans? Per Benjamin Hoffmann, presidente dell’Associazione dei pediatri americani: nessuno studio è stato capace di dimostrare una riduzione nel rischio di suicidio, come si legge sul Foglio. Questa retorica non fa più presa neanche in Australia dove un cartone animato, che parla di un bambino di dieci anni in attesa di ricevere i farmaci antipubertà “per mettere in pausa il suo corpo dal crescere come lui non vuole”, ha scatenato le ire delle famiglie. “Sembra un tentativo di aggirare i genitori per parlare con bambini prepuberi e suggestionabili” è uno dei commenti che si leggono su Twitter. E un altro utente fa eco: “i bambini non possono nascere nel corpo sbagliato”.



Dylan Wilson, pediatra di Brisbane, si è rivolto alle autorità sanitarie del Queensland chiedendo una moratoria sui farmaci antipubertà per valutarne scientificamente l’efficacia. Philip Morris, presidente della National Association of Practicing Psychiatrists, ha dichiarato a Sky News Australia che questi farmaci hanno dimostrato “gravi effetti collaterali”, eppure le autorità sanitarie hanno respinto ogni richiesta di revisione.