Le aziende farmaceutiche occidentali puntano sempre di più alla ricerca biotech per sviluppare nuovi farmaci intelligenti e biologici, questa sarà la sfida del futuro per poter competere a livello internazionale e assicurarsi un posto nel settore delle terapie innovative e cure salvavita. Il sistema della medicina sarà rivoluzionato grazie a medicinali personalizzati e modificati per rispondere alle esigenze dei pazienti, non più partendo dall’esito del processo patologico della malattia, ma tentando di modificarne l’evoluzione già dalla diagnosi, grazie alle tecniche genetiche e allo sviluppo degli anticorpi monoclonali.



Come riporta un articolo di approfondimento del Sole 24 Ore, gli investimenti al settore ricerca delle Big Pharma previsti per il periodo 2023-2028 saranno di 1600 miliardi di dollari. Questo permetterà di studiare più a fondo i processi che hanno portato già al successo di prodotti come i vaccini a mRna contro il Covid e le cure a base monoclonale che non saranno più riservate al solo campo dell’oncologia, ma potranno presto essere applicate anche per altre patologie per le quali già sono ci sono risultati soddisfacenti, come ad esempio malattie autoimmuni e reumatologiche.



Le aziende farmaceutiche puntano tutto su nuove cure salvavita e farmaci intelligenti

Dallo sviluppo di nuovi farmaci intelligenti partirà un nuovo processo rivoluzionario delle aziende biotech, che ora punteranno tutto sulle terapie salvavita, e aumentare i fondi per la ricerca delle cure delle malattie rare. Marcello Cattani, presidente di Farmindustria ha dichiarato al Sole 24 Ore che queste tecniche potranno in futuro aiutare nell’aumentare le aspettative di vita per i pazienti oncologici e per chi è stato colpito da virus come Epatite e Hiv.

La crescita del settore ha già dimostrato che i progressi scientifici hanno aumentato i risultati positivi dell’83%, e questo grazie soprattutto alla disponibilità di nuovi farmaci intelligenti immessi sul mercato. L’obiettivo ora sarà collaborare in alleanza con i protagonisti pubblici e privati del sistema salute per per unire grandi industrie, startup, piccole aziende e università, in un network che rappresenterà un modello innovativo, che porterà l’Italia e l’Europa ad avere un posto competitivo e superare il “gap” produttivo che sussiste con la Cina e gli Usa.