Un recente studio è riuscito ad individuare un effetto secondario dei farmaci per l’obesità, che otterrebbero un effetto positivo anche contro l’insufficienza cardiaca. Si tratterebbe, concretamente, di una delle prime terapie realmente efficaci contro questo tipo di problema che, seppur sia in rapida crescita, presenta ancora pochissime cure mirate. Secondo quanto racconta il quotidiano inglese Guardian, infatti, l’insufficienza colpisce circa 65 milioni di persone, con un’impennata negli ultimi anni. Dato che in larga parte colpisce persone affette da obesità, i ricercatori hanno pensato di verificare gli effetti, su questi pazienti, dei farmaci già assunti contro il disturbo alimentare, ottenendo risultati che non si erano prefigurati e che, ora, potrebbero rivoluzionare il trattamento contro l’insufficienza cardiaca.



Studio: “I farmaci contro l’obesità invertono anche l’insufficienza cardiaca”

A condurre lo studio sui farmaci per l’obesità e sul loto effetto contro l’insufficienza cardiaca sono stati un gruppo di ricercatori del Saint Luke’s Mid America Heart Institute di Kansas City, nello stato americano del Missouri, capitanati dal dottor Mikhail Kosiborod, cardiologo e vicepresidente per la ricerca presso l’istituto. I ricercatori hanno preso in esame 529 pazienti affetti da obesità e da insufficienza provenienti da 13 paesi nel mondo, dividendoli in due gruppi che sono stati trattati in doppio cieco randomizzato, ovvero trattandone parte con i farmaci, e parte con un placebo, per poi confrontare il risultato.



Ne è emerso come l’interezza del gruppo che ha utilizzato i farmaci per l’obesità, dimostrasse anche una generale remissione dei sintomi tipici dell’insufficienza cardiaca, come ad esempio il respiro affannoso, la stanchezza, l’incapacità a compiere sforzi fisici e un generale gonfiore. Dopo 52 settimane di trattamento, infatti, i pazienti avevano ridotto del 13,3% il peso corporeo (rispetto al 2,6% dei pazienti placebo), riuscendo a percorrere in media 21,5 metri di distanza a piedi in 6 minuti (rispetto all’1,2 metri del secondo gruppo). I farmaci per l’obesità, insomma, nei pazienti con insufficienza cardiaca “hanno prodotto grandi miglioramenti nei sintomi, nelle limitazioni fisiche e nella funzione di esercizio, hanno ridotto l’infiammazione e hanno comportato una maggiore perdita di peso e un minor numero di eventi avversi gravi”, ha commentato Kosiborod, che sottolinea come si tratti di “uno degli sviluppi più promettenti in questo campo”.

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