Già lo scorso maggio il professor Rino Rappuoli, padre di diversi importanti vaccini nonché ad della Gsk Vaccines (gruppo della GlaxoSmithKline Italia) aveva spiegato che il farmaco anti-Covid con gli anticorpi monoclonali sarebbe stato pronto in 8-9 mesi ma ora arriva la conferma per bocca dello stesso ricercatore: «Il mondo potrà sconfiggere il Coronavirus nel 2021, quando riusciremo a produrre un miliardo di dosi di vaccini. Ma prima avremo un farmaco che curerà i contagiati dal Covid-19. Un’iniezione a base di anticorpi monoclonali, selezionati dal mio team di ricerca nei laboratori senesi di Toscana Life Sciences». Nell’intervista al Quotidiano Nazionale il “pioniere” dei vaccini Rappuoli spiega come gli anticorpi monoclonali hanno rappresentato e rappresentano tutt’ora la terapia che genera «metà dei fatturati dell’industria farmaceutica nel mondo. Vengono usati per curare i tumori e malattie autoimmuni».



IL FARMACO ANTI-COVID: ECCO COME FUNZIONA

Dopo l’intesa siglata con lo Spallanzani di Roma e con il Policlinico Le Scotte, i 5mila anticorpi prelevati dal plasma dei pazienti che hanno contratto il Covid-19 hanno portato a tre particolari profili molto efficaci: «poi punteremo sul migliore di questi. Abbiamo inviato la sequenza dell’anticorpo a un’azienda svizzera, specializzata a fare cellule che a livello industriale produrranno anticorpi. La risposta arriverà a giorni». La fase industriale dovrebbe cominciare come successivo step in tempi non lunghissimi: «le invieremo allo stabilimento Menarini di Pomezia, per iniziare la produzione degli anticorpi. Sarà un flacone per iniezioni, potremo cominciare le prove cliniche nell’uomo entro la fine dell’anno». Le prime 20 persone a cui sarà sottoposto il farmaco anti-Covid saranno sane e volontarie, ma dopo pochi giorni – se tutto andrà bene – «si andrà sui malati e sui positivi», spiega ancora Rappuoli al QN, «Stiamo discutendo sulle quantità di anticorpi da produrre, si andrà da 100mila a milioni di flaconi. Non abbiamo ancora discusso di prezzi, ma saranno sicuramente terapie del sistema sanitario nazionale, a disposizione degli ospedali». In merito al confronto vaccini-anticorpi l’alleanza secondo Rappuoli è necessaria: «Gli anticorpi cureranno chi ha già l’infezione ed è malato. Hanno un’alta efficacia, possono fare da scudo protettivo anche a chi è in prima linea contro il virus, come gli operatori sanitari. Hanno due vantaggi e uno svantaggio: basta l’iniezione e la gente è protetta, può tornare a casa. Ma hanno un’efficacia di 6 mesi. Il vaccino, invece, diventa efficace dopo un mese, ma poi ti protegge per anni».

Leggi anche

I NUMERI/ Covid, gli italiani promuovono medici (42%) e famiglia (55%), bocciano tv ( 13,6%) e Ue (21%)ABORTO/ È in aumento, crescono anche i costi sociali e le patologie: cosa dice il Rapporto OPA