La scienza è materia complessa e la pandemia Covid lo ha dimostrato per certi versi. Per altri invece ha scatenato un fenomeno per il quale chi non è del “mestiere” finisce per trarre delle conclusioni che portano a clamorose fake news. Questo è il caso del farmaco antivirale che Pfizer ha sviluppato come nuova arma contro l’infezione da coronavirus. Da quando il colosso farmaceutico ha annunciato di aver avviato la fase 2-3 sui social è trapelata una curiosa teoria. Pfizer avrebbe realizzato un farmaco con lo stesso meccanismo d’azione dell’Ivermectina, il farmaco antiparassitario la cui applicazione per il Covid è stata bocciata da diversi studi scientifici.



Quindi, Pfizer avrebbe realizzato un farmaco simile e ciò dimostrerebbe che l’Ivermectina, a differenza di quanto dichiarato dalla comunità scientifica, è davvero utile contro il Covid. Ma le cose non stanno esattamente così. Il fatto che sia un inibitore della proteasi non vuol dire che sia simile al Covid.



FARMACO PFIZER? SUI SOCIAL DIVENTA PFIZERMECTIN…

Così sui social si comincia a parlare già di Pfizermectin e si diffonde un’altra teoria cospirativa, stavolta attorno al farmaco anti Covid. Peccato che la formulazione di Pfizer contenga invece una bassa percentuale di Ritonavir, un medicinale ampiamente usato nei trattamenti combinati per l’infezione da Hiv. Quindi, il fatto che abbia scelto un meccanismo d’azione simile non è sufficiente per stabilire un nesso. Al momento negli Stati Uniti l’unico trattamento antivirale approvato per il Covid è il remdesivir, un farmaco per via endovenosa di Gilead che però non è del tutto efficace. C’è poi Molnupiravir, un farmaco antivirale in fase sperimentale, attivo per via orale, che è stato sviluppato per il trattamento dell’influenza, che si sta studiando

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